Cosa succede dopo un incidente stradale? Problemi di pulizia e danni ambientali
Pensiamo ad un incidente stradale. Ci balzano subito in mente le scomode procedure, più o meno amichevoli, da affrontare. Ci vengono in mente le preoccupazioni sullo stato di salute dei soggetti coinvolti, quelle sullo stato di danneggiamento dei veicoli interessati e quelle sullo stato di dimagrimento del nostro portafoglio.
Se pensiamo ad un incidente stradale ci preoccupiamo subito dei danni provocati alle persone, ci preoccupiamo subito di quelli provocati alle cose. E di quelli provocati all’ambiente? Un grave problema, troppo spesso sottovalutato, è quello del forte inquinamento ambientale che un sinistro stradale è in grado di generare. L’infortunistica stradale rappresenta una significativa fonte di produzione di rifiuti non solo evidenti, come frammenti di vetro, di lamiera, plastica e gomme, ma anche evanescenti, come liquidi: lubrificanti, refrigeranti, e carburanti.
La negativa prassi, scorretta e nociva, è quella, dopo un incidente, di spostare verso il ciglio della carreggiata la prima tipologia di rifiuti, che vanno quindi ad “arredare” i margini delle nostre strade, molte volte ombreggiati da una fitta varietà di vegetazione, e di tralasciare i secondi, quelli liquidi, in attesa che sia il tempo ad effettuare una loro illusoria pulizia, con precipitazioni atmosferiche e passaggio dei veicoli (i carburanti e gli altri liquidi meccanici, avendo un peso specifico minore di quello dell’acqua, in seguito a piogge, restano in superficie e raddoppiano la scivolosità del terreno).
Ma a chi spetta la pulizia delle strade in seguito a questi sfortunati eventi?
Nel caso in cui la gravità del danno non sia troppo elevata e, quindi, quando sull’asfalto possono restare pochi pezzi di plastica e vetro, deve essere buon senso dei conducenti dei veicoli incidentati recuperare i frammenti residui delle automobili (e degli eventuali materiali trasportati) e provvedere al loro smaltimento in aree apposite, perché questi non creino intralci e pericoli per la circolazione.
Nel caso, invece, in cui l’incidente è di forma più grave, con maggior spargimento di rifiuti solidi e fuoriuscite e perdite di materiali non facilmente recuperabili, come liquidi oleosi, la pulizia adeguata, come la messa in sicurezza dell’area interessata, spetta (sotto finanziamento del privato “in torto”), secondo l’art. 14 e 15 del Codice della Strada, all’ente proprietario della strada. Quest’ultimo non è mai intervenuto direttamente sul campo, concedendo in appalto i lavoratori di ripulitura del manto stradale a ditte terze specializzate.
Gli interventi sono stati in mano alla ditta “Sicurezza e Ambiente” fino al 13 gennaio 2014, data in cui, sotto Marino, la convenzione è scaduta. Da quel momento il compito è stato affidato, sempre con molto scetticismo, alla società pubblica “AMA”.
L’Azienda Municipale Ambiente si è quindi trovata costretta ad operare in un ambito che non la riguarda e per il quale, come ha dichiarato più volte il presidente Daniele Fortini “non è ancora organizzata con le attrezzature specifiche che tale attività richiede e quindi, anche in situazioni di emergenza, non sarebbe in grado di operare correttamente”.
E così dopo due anni, a causa dei ritardi nella pulizia, continuano a verificarsi rallentamenti al traffico di diverse ore sulle principali strade della Capitale (il 12 gennaio la Colombo è rimasta bloccata per quattro ore, il giorno successivo sorte simile è accaduta alla Pontina).
L’ultima delle numerose lettere che la società ha inviato agli uffici di Roma Capitale, per rendere noto come la pulizia delle strade non sia incombenza del loro settore lavorativo, è datata 29 dicembre 2016, nella quale l’AMA, rifiutando di occuparsi dei prossimi casi analoghi, ribadisce che le attività di pronto intervento a seguito di incidenti stradali non sono comprese tra i servizi coperti dal TaRi (Tassa Rifiuti, comprende la tipologia di rifiuti che l’AMA ha il compito di smaltire).
Attendendo che vi siano nuovi sviluppi sulla vicenda, ricordiamo a tutti i nostri lettori, qualora dovessero incombere in situazioni del genere, di occuparsi di ripulire, per quanto possibile, i rifiuti dall’asfalto, e di non limitarsi a lasciarli ai margini della carreggiata.
Lo facciamo per la salvaguardia delle strade, per quella della nostra sicurezza, per quella del nostro ambiente.
Di Gabriele Pattumelli