Finirà la violenza sulle donne?

La domanda che al giorno d’oggi ci poniamo è, perché avvengono cosi frequentemente violenze e femminicidi? E soprattutto perché una donna al primo maltrattamento, sia verbale che fisico non si allontana dall’uomo che la sta minacciando e al contrario le rimane accanto come non fosse successo nulla? Ciò, ormai, accade come una routine.
La verità è che la violenza prevale sull’amore. Quindi, capiamo che quella relazione non era fondata sulla meraviglia dell’amore e del rispetto, ma sulla pretesa di possedere da parte dell’uomo la sua donna.
Fin dai tempi antichi, la figura, il ruolo dell’uomo all’interno della famiglia e della società predominava su quella della donna, che al contrario veniva esclusa da ogni tipo di scelta politica e famigliare.
La violenza è la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 16 e i 44 anni. Col passar degli anni, gli uomini che praticano questo genere di violenze, non si sono più accontentati solo di far male, ma si sono spinti fino all’omicidio, o anche detto, in questo caso “femminicidio”.
Eppure parlarne, illustrare tramite programmi, raccontare le storie nei vari talk televisivi, non ha sortito una diminuzione del fenomeno, almeno in apparenza. Neanche trasmettere spot nella pubblicità progresso.
Forse, educare sia gli uomini che le donne, è un passo importante per capire ed aiutare tutte le vittime ad affrontare quel senso di paura, incomprensione, anche se, solo alcune di esse, oggi, riescono a denunciare l’accaduto e a mettersi in salvo.
È possibile che nel nostro Paese sia ancora così radicata una mentalità tanto arcaica, patriarcale, di cui alla base c’è il desiderio di dominio sulle donne?
Una mentalità, una posizione che ancora oggi prevale, forse troppo.

Di Carlotta Sermoneta, studentessa dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Urbani” sede di Acilia

Redazione

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