Disagio al volante
In questi ultimi anni, sta diventando sempre più complicato muoversi a Roma in autovettura. Figuriamoci con i mezzi pubblici di trasporto! Infatti si sono creati sempre più disagi a causa di essi per scioperi, malfunzionamenti od altre cause, apparentemente incomprensibili.
Nell’ultima settimana, sono stati indetti due scioperi fin troppo ravvicinati, quello dei mezzi Atac mercoledì 22 febbraio e quello dei mezzi Cotral venerdì 24 febbraio che, come al solito, hanno creato scompiglio tra i lavoratori e gli studenti.
Come si legge in un comunicato di Ansa.it, c’è stato uno stop di quattro ore dei mezzi Atac, dalle ore 8:30 alle ore 12:30 di mercoledì, per l’agitazione indetta dal sindacato Faisa Confail-Lazio. Per quanto riguarda lo sciopero di venerdì, come riportato da RomaToday, c’è stato uno stop di 24 ore dei mezzi Cotral (dalle ore 00:01 alle ore 05:29, dalle 08:30 alle 16:59 e dalle 20:00 a fine servizio).
Sono proteste che non si possono verificare così spesso, specialmente se concordate nella stessa settimana. Ovviamente, a molte persone interessa poco perché si possono muovere tranquillamente con la propria autovettura ma le persone che non hanno la patente o la macchina e devono andare a lavorare rischiano di perdere giornate di lavoro inutilmente. Anche per gli studenti è così: la maggior parte di essi non ha la patente, in quanto minorenne, ed i ragazzi saltano troppo spesso le lezioni scolastiche, loro malgrado.
Non è finita qui però perché, oltre alla consistente adesione dei lavoratori del settore agli scioperi, spesso molti di essi non rispettano gli orari delle corse dei mezzi di trasporto pubblico, anche nelle giornate in cui esse dovrebbero essere regolari.
Di positivo non c’ė nulla riguardo questa faccenda, perché sono scioperi che vengono indetti di continuo e senza risolvere mai nulla ma che creano disagio in tutti i mesi dell’anno.
Scompiglio, lamentele e malcontento nella maggior parte di persone, che non ne possono più di perdere giornate importanti, sembrano non interessare le Istituzioni preposte alla Mobilità.
Ed i Romani vanno avanti, rassegnati e quasi assuefatti alla condizione di “invisibilità” a cui sono condannati da decenni.
Di Riccardo Lanna, studente dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Urbani” sede di Acilia