Ruderi di un passato sconosciuto: il Museo Forestale all’EUR

Salite le monumentali scalee marmoree, il visitatore sarebbe passato attraverso alte colonne di travertino. Metri sopra di lui, bianche statue avrebbero avuto ai loro piedi la bianca città dell’E42. Il nostro uomo però non avrebbe avuto una visuale da meno; situato su di una collina e con accanto un piccolo laghetto artificiale, il palazzo della Mostra Forestale avrebbe permesso un colpo d’occhio su gran parte dell’EUR; sul lato nord, le colonne dell’odierno Archivio Centrale dello Stato, dietro alle quali il visitatore avrebbe visto la cupola marmorea del Palazzo dei Congressi. E alla propria sinistra, sarebbe rimasto colpito dall’enorme arco a sovrastare la via Imperiale, oggi via Cristoforo Colombo.

Dopo essere passato sopra un ponte elevato su di un canale, avrebbe avuto davanti a se un vasto cortile. Dal lato opposto, l’ingresso per la sala rotonda, un locale con un soffitto a volta. L’architetto, Armando Brasini, si era chiaramente ispirato all’architettura dei Romani. L’arco trionfale che precede l’uscita e la parete traforata come un acquedotto romano ne sono un’ulteriore prova. Dei quattro piani di cui si componeva il progetto, il primo avrebbe visto una fila di colonne mentre il secondo una serie di archi affacciati su un ballatoio. Terminata la visita, il turista sarebbe uscito dalla scalinata opposta a quella da cui era entrato, accompagnato dalle statue già precedentemente descritte. E dopo essere rimasto ad osservare le luci del tramonto sporcare la bianca città di marmo, avrebbe concluso la giornata nel residence dove oggi sorge il Villaggio Giuliano Dalmata. Il condizionale fin qui è stato d’obbligo. Perché quanto descritto, non è mai stato realizzato. O lo è stato solo in parte. La Mostra Forestale, una volta finita l’Esposizione Universale, avrebbe dovuto ospitare il Museo Forestale. Ma così non fu. La guerra aveva infatti interrotto il lavori ed il Palazzo rimase incompiuto. All’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, i ruderi di quello che avrebbe potuto far parte del Polo Museale dell’Eur, giacevano tra i cespugli della campagna romana. Quanto era stato costruito del Museo fu infine abbattuto nel 1952.
Ma negli anni frizzanti del boom economico, l’area che una volta era stata estrema periferia romana cominciò a veder fiore palazzi; negli anni 60, furono infatti costruite la maggior parte delle abitazioni che oggi compongono il pentagono dell’Eur. E mentre impazzavano le “Vacanze romane”, la zona del Museo, tranquilla perché immersa nel verde, ma al tempo stesso ben collegata al resto della Città grazie alla vicinanza della metropolitana, fu scelta per ospitare la Casa Generalizia dei Fratelli Maristi, una congregazione religiosa presente in 77 paesi del mondo. Attualmente il Complesso è diviso tra un Centro Sportivo, un Hotel e la Casa Generalizia.
Passeggiando sotto i pini nei giardini dell’Eur accanto al Palazzo degli Uffici si possono invece trovare ancora parti dei bassorilievi che ornavano il Museo. La maggior parte degli edifici dell’Eur sono oggi diventati Uffici e Musei. Turisti e studiosi di tutto il mondo vengono qui per conoscere un esempio importante dell’Architettura razionale. Ma una passeggiata domenicale può rivelare ancora una parte poco conosciuta di storia.

Di Gabriele Rizzi

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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