SI o NO alla privatizzazione?
I sette principi della Croce Rossa, in questo caso Italiana e rispettata da buona parte degli Stati mondiali hanno fatto sì che un ente unitario sia oggi il “numero uno” nella difesa delle popolazioni più deboli.
La base del principio di umanità annovera nelle proprie file l’80 % del mondo del volontariato. Qualche anno fa, il decreto legislativo n° 178 della P.D.C.M. (Presidenza del Consiglio dei Ministri) sanciva una riorganizzazione della Croce Rossa Italiana: la politica dava, però, un’interpretazione errata di questo decreto che di fatto privatizzava l’ente C.R.I., liberando le associazioni della Croce Rossa Italiana in ONLUS su tutto il territorio italiano. A questo punto, alcune domande si pongono a chi ha preso questa decisione; la professionalità e l’investimento sul personale dipendente che fine hanno fatto? Il mondo del volontariato può assistere in maniera capillare ed avere gli strumenti giusti per rispondere alle esigenze della popolazione? Forse, si sarebbe dovuto creare un mix vincente tra dipendenti e volontari, al fine di offrire solidarietà, professionalità ed assistenza nelle emergenze ai fabbisogni dell’intera popolazione.
Uno dei principi riguarda l’indipendenza da quello che è il mondo politico ma, come spesso accade, esso ha creato delle difficoltà di interpretazione nella scrittura di questo decreto.
Ci sono situazioni in cui il mondo del volontariato non può sostituire quella parte, come ad esempio il corpo dei vigili del fuoco, che per normale funzionalità svolge giornalmente il proprio esercizio. Ma è giusto che si faccia una riflessione: il volontariato deve essere ausiliario e non sostituire i pubblici servizi, soprattutto là dove lo Stato non riesce a garantire l’assistenza e l’aiuto in una società civile e democratica.
Si ha la possibilità di avere riscontri giornalieri dell’analisi effettuata e si stanno creando le basi ed i presupposti per una diseguaglianza sempre più accentuata. Ecco dove la Croce Rossa Italiana dovrebbe intervenire, poiché i sette principi andrebbero applicati.
Sempre ed ovunque.
Di Carlotta Sermoneta, studentessa dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Urbani” sede di Acilia