Siamo alla frutta: manterranno le promesse i Governi mondiali?
È iniziato nel Ventesimo secolo ma solo ora ha acquisito “titolo” e rilevanza mondiale: il Riscaldamento Globale. Le sue cause sono dovute alle emissioni di gas serra nell’atmosfera, all’utilizzo di combustibili fossili (che maggiormente hanno determinato questo fenomeno) e all’attività umana. Il riscaldamento globale è visto come una sorta di distopia naturale che sta continuando a deteriorare gli angoli del pianeta (scioglimento dei ghiacciai…), condizionando la vita degli animali e, soprattutto, degli esseri umani.
Ci sono piccoli stati come l’Uganda che subiscono intemperie e sbalzi di clima, dovuti al riscaldamento globale, che hanno letteralmente devastato i raccolti ed alterato i ritmi delle stagioni. La Repubblica del Kiribati (il cui presidente Anote Tong è costretto ad acquistare terreni e polizze di assicurazioni, fin quando il suo popolo non sarà costretto ad abbandonare l’arcipelago) vive una situazione di continue migrazioni spinte dalle minacce naturali come l’innalzamento del livello dei mari. Appare evidente, quindi, che chi ne risente sono soprattutto i paesi in via di sviluppo oltre che agli animali e c’è chi ancora nega l’evidenza di questo fenomeno.
Ci si potrebbe domandare perché non si passi direttamente ora all’utilizzo delle fonti rinnovabili. La risposta è da ricercarsi nell’economia e nelle tecnologie attuali, molte tra le quali sono state progettate e sviluppate affinché si utilizzino i combustibili fossili.
Arrestare l’utilizzo di combustibili fossili, ora, corrisponderebbe ad un declino dell’economia mondiale e ciò rimarrebbe tale finché non si trovassero fonti rinnovabili per sostituire quelle attuali.
L’IPCC (Climate Panel dell’Onu) afferma nei suoi documenti ufficiali che è assolutamente verosimile che l’uso dei combustibili fossili sia la causa principale del riscaldamento globale degli ultimi 50 anni. Sulla base di ciò molti speculano sul riscaldamento globale, affermando che sia una teoria infondata o, ancor peggio, c’è chi afferma di voler contribuire ma non si accinge a nessun cambiamento.
Il 4/11/2016 è ufficialmente entrato in vigore l’Accordo di Parigi, firmato anche dall’Ambasciatore ONU, nonché attore, Leonardo Di Caprio. L’accordo, che ha visto coinvolti molti Paesi, prevede essenzialmente di: accelerare il passaggio verso le fonti di energia rinnovabili; rendere le città un esempio nell’impegno della sostenibilità; proteggere l’intero ecosistema.
Oltre agli scettici, ci sono anche Nazioni sostenitrici che hanno preso sul serio le condizioni imposte dall’Accordo ed hanno dichiarato di impegnarsi a sostituire completamente le fonti energetiche entro il 2040-2050. Addirittura l’azienda elettronica Apple ha dichiarato di voler prender parte a questa rivoluzione economico-industriale.
Le basi per salvaguardare il nostro pianeta si stanno fondando: ora, è importante mantenere le dovute precauzioni e ridurre al minimo le emissioni Co2.
Il futuro è nelle nostre mani.
Di Ivan Moi, studente dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Urbani” sede di Acilia