Taxi, raggiunta l’intesa: entro 30 giorni il decreto per il riordino del settore
Ci sono volute due settimane di proteste e una lunga mediazione, tra scontri di piazza a Roma e blocchi in diverse città, ma finalmente martedì scorso 21 febbraio si è raggiunta l’intesa tra il ministro Delrio e i rappresentati dei tassisti su due decreti: uno per il riordino del settore e l’altro per la lotta all’abusivismo. L’incontro tra i sindacati e il ministro alle Infrastrutture è iniziato nel primo pomeriggio: un confronto lungo e difficile, terminato poco dopo le 21 con quella che è apparsa a molti osservatori una vittoria del fronte della protesta. In particolare, Delrio ha proposto l’apertura di un tavolo per mettere mano al riordino del settore, precisando comunque che la legge 21/1992 (la legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea) resterà in vigore così come l’articolo 29 1-quater, che regolamenta il settore degli Ncc. In base al verbale dell’incontro, il tavolo di lavoro concordato con i rappresentanti dei tassisti dovrà predisporre uno schema di decreto interministeriale con misure “tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio noleggio con conducente o, comunque, non rispondenti ai principi ordinamentali che regolano la materia”.
In scaletta anche la definizione di uno schema di decreto legislativo delegato per il riordino della legge quadro 21/1992 ripartendo dal testo proposto dal governo. Tali decreti “dovranno includere tutti i temi, già concordati con le categorie a suo tempo, tra cui miglioramento del sistema di programmazione e organizzazione su base territoriale, regolazione e salvaguardia del servizio pubblico, necessità di migliorare i servizi ai cittadini evoluzione tecnologica del settore, lotta all’abusivismo, migliore incontro tra domanda e offerta”.
In risposta agli impegni assunti dal Governo, i tassisti hanno deciso di concludere immediatamente la protesta e di riprendere il servizio.
Questa soluzione supera di fatto il contenuto dell’emendamento al Milleproproghe a firma di Linda Lanzillotta che ha scatenato la protesta.
Il ministro Delrio, intervistato dal Corriere della Sera, ha chiarito innanzitutto che il governo non ha ceduto alla piazza: “Le sigle che abbiamo convocato non erano in piazza e hanno preso le distanze da quello che è successo. Ci confrontiamo con chi vuole trovare una soluzione non con chi vuole incendiare il Paese”. Innanzitutto dal ministero arriva un secco no a UberPop, l’app destinata agli autisti senza licenza. “Ma non è questo il problema: già adesso non è ammesso” e comunque “una differenza con i taxi deve rimanere”.
Quindi per gli Ncc non ci sarà l’obbligo di rientrare nel garage di provenienza ma comunque rimane una indicazione “territoriale”. “Ma il nodo della territorialità deve restare – precisa il ministro – così come vanno rafforzati i controlli: se uno ha la licenza in un paesino delle Marche e poi lavora tutto il giorno a Milano, mi chiedo se è concorrenza o concorrenza sleale”.
Secondo Delrio poi: “Non è detto che tutto il vento nuovo faccia bene per forza. Siamo aperti all’innovazione, che in molti campi sta migliorando le nostre vite. Ma non è un bene a prescindere. Dipende da cosa fa, da come lo fa, dalle conseguenze. I fattorini in bici che portano le cene a casa per tre euro l’ora, per dire: sono innovazione o sfruttamento?”.
Il Ministro commenta infine la presenza della sindaca di Roma, Virginia Raggi, in piazza con i tassisti: “Un sindaco deve assumersi le sue responsabilità, non scaricarle sugli altri. E un buon sindaco non carezza il pelo alla piazza, dando ragione a una categoria per volta. Semmai le scontenta un po’ tutte e poi trova la giusta mediazione. Proprio quello che stiamo facendo noi sui taxi”.
Fonte: www.ilsole24ore.com
Di Benedetta Carulli