Uno stadio per la Capitale
Finalmente! Dopo la riunione del 25 marzo in Campidoglio tra le parti interessate, si è riusciti a trovare un accordo! Dopo sei anni di grandissime polemiche si ha una certezza: il nuovo Stadio della Roma si farà. Lo annunciano con soddisfazione la Sindaca Virginia Raggi ed il D.G della Roma Mauro Baldissoni. Dopo le frenate da parte del Movimento 5 Stelle, il progetto sembrava ormai saltato: l’area individuata di Tor Di Valle non appariva essere un sito sicuro poiché ad alto rischio idrogeologico; la Tribunetta dell’Ippodromo, progettata da un grandissimo architetto, non andava abbattuta ma, soprattutto, intorno al nuovo impianto dovevano sorgere tre torri ad uso commerciale, considerate da tante associazioni ambientaliste uno scempio per la città.
Inizialmente, il Campidoglio era in disaccordo per le troppe cubature di cemento ma, dopo vari incontri, le parti si sono avvicinate ed hanno trovato un accordo diminuendo del 60% le stesse cubature, dando spazio innanzitutto ai cittadini e decidendo il miglioramento di infrastrutture pubbliche con un investimento di quasi un miliardo di euro.
Avendo la possibilità di visitare l’area di Tor Di Valle, non si capivano gli intoppi creatisi, essendo essa ormai una discarica a cielo aperto e visto che le casse del Comune di Roma sono in grande penuria. Per i cittadini era impensabile non accettare un investimento del genere, finanziato da privati, che prevede anche il potenziamento ed il restyling di infrastrutture obsolete ma indispensabili alla mobilità. Roma è, infatti, una città in grande difficoltà e questi investimenti rilanceranno la città, porteranno nuovi posti di lavoro in un momento di grande difficoltà. Reali benefici sono sotto gli occhi di tutti.
La Società Roma mira l’inizio dei lavori a fine 2017 e la realizzazione del tutto nel giro di tre anni.
L’occasione di costruire Stadi di proprietà deve essere colta anche da altre squadre di calcio. Il Paese ha bisogno anche degli investimenti di privati e specialmente lo sport ha bisogno di innovazioni, per poter competere anche con le Nazioni più evolute.
Di Edoardo Curti, studente dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Urbani” sede di Acilia