Alitalia: Tra cattiva gestione e politica, una storia tutta italiana
Roma 9 marzo 2017: E’ un momento veramente drammatico per Alitalia, ci sono migliaia di posti di lavoro in ballo ed i conti sono in rosso. Gaetano Intrieri professore di Controllo di Gestione presso l’università di Tor Vergata, ed ex manager di diverse compagnie nazionali ed internazionali, non indora certo la pillola. Il prof. Intrieri ha svolto un analisi molto accurata sui bilanci Alitalia relativo all’esercizio dell’anno 2015.
Dall’ Analisi come è facile supporre è emerso uno scenario veramente pessimo, “Adesso la crisi è diventata davvero drammatica e mi spiace molto, non pensavo si arrivasse a questo” ha affermato il professore. In sostanza, i ricavi, evidenziano essenzialmente una netta e ormai costante contrazione delle vendite, in parte ammorbidita da ricavi di natura diversa per oltre 300 milioni, in parte riconducibili a sovvenzioni pubbliche per linee operate in continuità territoriale incidenti per circa 170 milioni di Euro e al noleggio attivo di aeromobili per circa 50 milioni di Euro. Quest’ultima voce è una operazione intra-gruppo ossia aeromobili noleggiati alla controllata Cityliner che non costituisce un ricavo da terzi, ma è solo una voce che viene utilizzata per “ammorbidire le perdite”. Tuttavia la voce di costi che nuovamente si rivela essere il problema della compagnia di bandiera “e, a riguardo, sgombriamo subito il campo da una falsa teoria che ha caratterizzato il messaggio di molti Amministratori Delegati succedutisi, compreso quest’ultimo venuto da lontano: I DIPENDENTI NON SONO IL PROBLEMA DI ALITALIA. Ricondurre il deficit di bilancio ai costi del personale come causa primaria è quanto di più falso ed ipocrita si possa sostenere” ha nuovamente tuonato il prof. Intrieri, Incidere ancora sulla riduzione del personale, secondo il professore di Tor Vergata, non risolverà la situazione, ma accentuerà il declino della compagnia per due ragioni fondamentali, ossia l’accrescimento dei conflitti sociali interni e la continua riduzione di know-how (competenze acquisite), che ha notevoli conseguenze sulla qualità e l’efficienza del servizio, cosa che ha caratterizzato l’ultimo decennio. La domanda che tutti, come cittadini, dovremmo porci allora è: perché a pagare per errori commessi dal top management (scelto spesso con influenze politiche) sono sempre i dipendenti?
Di Marco Feniello