Un 8 marzo all’insegna della confusione
La vita c’insegna che la realtà supera la fantasia. Può anche capitare che i cittadini vadano contro coloro che scioperano, come nel caso del blocco dei mezzi pubblici avvenuto mercoledì 8 marzo, o di coloro che semplicemente hanno organizzato manifestazioni in occasione della Festa della Donna. Ingorghi e imbottigliamenti hanno caratterizzato la giornata sciagurata dei poveri romani che sono stati costretti a prendere la macchina a causa dello sciopero generale dei mezzi pubblici. E tra di essi vi erano anche molte donne che si sarebbero dovute riunire in piazza e quindi seguire i vari cortei per tutta la città.
L’utenza infatti è quella che ha arrecato maggiormente danni da tutto ciò, non potendo recarsi al lavoro o non riuscendo ad accompagnare i figli a scuola, e la maggioranza delle automobiliste addette a questo compito erano proprio donne, madri, creando quindi un “effetto boomerang”, come affermato sul Corriere della Sera del 9 marzo dalla segretaria generale della CGIL Lombardia Elena Lattuada, nonché importante attivista per i diritti della donna. Sempre la CGIL non ha appoggiato la protesta del movimento #Nonunadimeno, definendolo, sempre attraverso le parole di Lattuada sul Corriere, improvvisato, e quindi illegittimo.
Tuttavia, non sembra che la Festa della Donna di quest’anno si possa considerare dall’esito totalmente negativo: un importante feedback è arrivato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha spronato in un messaggio inviato a tutte le donne scese in piazza in Italia di continuare il proprio impegno nella lotta non solo ai crimini di genere, che siano di natura sociale, economica o violenta, ma anche a tutelare i cosiddetti “orfani del femminicidio”, ovvero i bambini con la madre uccisa dal padre, adesso in prigione, e che lo Stato deve aumentare le misure con le quali dare loro cure e sostegno.
Di Simone Pacifici