W le donne, W la libertà
Pochi giorni fa si è celebrata in Italia e in molti paesi del mondo la Giornata internazionale della donna o Festa della donna; tale ricorrenza ha lo scopo di ricordare tutte le piccole e grandi conquiste avute dalla popolazione femminile a partire dal Novecento e sensibilizzare su questioni come la violenza o la discriminazione di cui molte donne sono state in passato e sono tutt’oggi vittime. Partendo dal presupposto che l’8 marzo ha un significato ben diverso da quello che il consumismo moderno ha voluto imporre, è importante capire le sue reali origini storiche. Una delle versioni più famosa vuole che in questa giornata si commemori il rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton (o Cottons) a New York, dove l’8 marzo 1908 sarebbero morte centinaia di operaie. In realtà la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909 negli Stati Uniti, dove il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile, si celebrò così il primo “Woman’s Day”. L’anno successivo l’iniziativa si allargò ad altri Paesi d’Europa, ma per alcuni anni la giornata delle donne si tenne in date diverse a seconda dei Paesi e senza essere ripetuta ogni anno. A San Pietroburgo, l’8 marzo 1917 le donne della capitale guidarono una grande manifestazione a favore della fine della guerra. Fu così che queste presero coraggio e organizzarono successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo, ormai completamente screditato e privo anche dell’appoggio militare. Quattro anni dopo, il 14 giugno 1921, la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste fissò all’8 marzo la “Giornata internazionale dell’operaia” e stabilì che quella data come riferimento per tutti i Paesi. Alla fine le origini politiche della nascente Giornata internazionale della donna, le vicende della seconda guerra mondiale e il progressivo isolamento della Russia al termine del conflitto, fecero sì che si persero le reali origini storiche della celebrazione.
Un’altra curiosità riguarda le tanto gettonate mimose, che in realtà vengono usate soltanto dagli italiani come tradizionale dono per la festività, semplicemente perché l’Italia dopo la fine della guerra si trovava in una condizione economica pessima così si decise di adottare un fiore economico, che fiorisse alla fine dell’inverno e che fosse facile da trovare nei campi, la tradizione ebbe successo tant’è che si mantiene ancora oggi. Al di là di tutto è fondamentale che questa giornata porti con sé un messaggio: quello di educare le nuove generazioni al rispetto reciproco non solo nei confronti delle donne, ma di ogni singolo individuo per trasformare le società in luoghi più giusti e felici, dove ognuno può sentirsi libero di fare della propria vita ciò che vuole.
Di Morgana Ferrantini