Le barriere che dividono il tifo
Ormai siamo abituati a vedere nel mondo del calcio una vera e propria persecuzione ai danni dei tifosi. In particolare, in Italia siamo stati spesso in difficoltà nel contenere il fenomeno ultras che, a detta dei nostri politici, dei questori che si sono avvicendati e delle istituzioni preposte all’ordine, sembra essere un problema ingestibile.
La soluzione del problema, in passato e secondo l’ex prefetto di Roma Franco Gabrielli, è stata individuata nel collocare barriere all’interno delle curve dello Stadio Olimpico di Roma. Tutto inizia il 28 luglio 2016: le barriere vengono innalzate e insieme a esse anche il rilevamento biometrico ai tornelli d’ingresso. Dopo le decisioni del prefetto, si sono susseguiti numerosi dibattiti e proteste: in primis, le due curve di Roma si sono ritrovate a scioperare e a lasciare il settore senza pubblico per quasi due anni.
Dopo numerose battaglie e sollecitazioni da parte tutto il mondo calcistico, il 22 marzo 2017 arriva la notizia direttamente dal presidente del Coni Malagò: le barriere vengono rimosse prima dell’importante derby Roma-Lazio del 4 aprile, sempre giocato con livelli di tensione altissimi ma i risultati sono stati fantastici. Le due curve hanno ripreso i propri settori e hanno dato vita a uno spettacolo fenomenale. La partita si è svolta in totale sicurezza e non si sono verificati scontri tra le due tifoserie. D’improvviso, tutto è tornato alla normalità con i tifosi in curva, con le bandiere al vento e con la gente che cantava, come se i due anni di sofferenza e di contrasto con le istituzioni non fossero esistiti.
Tutti i tifosi si sono ripresi ciò che li rappresenta meglio e possono finalmente tornare a fare ciò che amano, senza barriere e con tutta la passione del mondo.
Di Edoardo Curti, studente dell’Istituto “Carlo Urbani” sede di Acilia