Le reazioni per definizione

Ricordate il bombardamento chimico avvenuto nella notte tra il 6-7 aprile nella provincia di Idlib e compiuto dal regime di Assad? Quello stesso bombardamento che conta almeno 74 civili morti? Bene, dopo aver preso coscienza di quanto accaduto a quei poveri civili che, oltretutto, hanno subito un “double tap” in quanto il secondo attacco è avvenuto mentre venivano soccorsi, prestiamo attenzione a che cosa hanno scaturito i 59 missili Tomahawk lanciati da Donald Trump. Essi hanno colpito installazioni militari dell’aviazione siriana e depositi di carburante da cui erano partiti i jet che hanno rilasciato gli agenti chimici. Come ogni scelta politica, anche questa ha suscitato diverse e interessanti reazioni in tutte le parti del mondo. In Italia c’è chi afferma che Trump ha fatto ciò che Obama aveva promesso: ha deciso di imporre la “Linea Rossa” (chi usa le armi chimiche va punito).
Da un’attenta analisi emerge un fatto particolarmente interessante: negli ultimi anni, gli Stati Uniti e Israele hanno usato fosforo bianco in combattimento e né Israele né gli Usa hanno ratificato il Protocollo III della Convenzione contro le armi incendiarie.
Sempre rimanendo in Italia, il dirigente del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha parlato del costo dei missili usati nell’attacco effettuato dagli USA, il quale ammonta a 60 milioni di dollari e ha ipotizzato che cosa sarebbe successo se quei 60 milioni di dollari in banconote fossero stati dati alle popolazioni in difficoltà.
Andiamo ora nelle zone in cui l’aria si fa più pesante e vediamo la Russia che reazioni ha avuto: il presidente russo Vladimir Putin considera il lancio di missili statunitensi su una base aerea siriana “un’aggressione contro uno Stato sovrano, in violazione delle norme di diritto internazionale, basata su pretesti inventati”. Il ministro degli Esteri Lavrov ha affermato che il raid statunitense fosse stato già pianificato e che l’attacco su Idlib sia stato solo un pretesto. Inoltre, sempre lo stesso ministro ha aggiunto, contrariamente a ciò che aveva affermato Trump, che l’attacco non è stato poi così decisivo in quanto solo 23 dei 59 missili lanciati hanno colpito l’obiettivo.
Si può dunque stilare una lista di reazioni a favore e reazioni contrarie all’azione di Trump e possiamo cosi evidenziare che Trump è appoggiato dal Premier israeliano Netanyahu, dalla Premier inglese Theresa May che parla di “risposta appropriata”, dall’Arabia Saudita, dal Giappone, dal Premier della Danimarca, dal Ministro degli Esteri Alfano, mentre la Cancelliera tedesca Angela Merkel lo definisce “uno sviluppo causato dallo stesso Assad”.
In antitesi abbiamo, come già detto, la Russia, lo Stato Siriano e Iraniano. Quest’ultimo afferma che gli Stati Uniti abbiano strumentalizzato l’attacco chimico pur di attaccare e che, cosi facendo, rafforzino solo i gruppi terroristici. Dunque, si è arrivati al punto di non ritorno, il quale permette solamente di attendere lo sviluppo di questa situazione, le prossime mosse di queste grandi potenze (compreso l’Isis) ed i ruoli che assumeranno.
C’è chi comincia a domandarsi sul ruolo che ha la Russia in tutto ciò e su quali siano le sue reali intenzioni. Sembrerebbe essere l’inizio di una guerra che coinvolge più nazioni, che cosa ci dobbiamo aspettare?

Di Ivan Moi, studente dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Urbani” sede di Acilia

Redazione

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