Europa a due velocità: la moneta cattiva scaccia quella buona?
Thomas Gresham fu un mercate e banchiere inglese che nel sedicesimo secolo teorizzò la legge che descriveva la tendenza degli operatori economici ad accumulare e quindi togliere dal mercato la moneta “buona” a fronte di una nuova moneta in circolazione, quella “cattiva”, alla quale il governo attribuisce lo stesso valore facciale ma che di fatto ha un minore valore intrinseco. Questa è una legge logica che si applica quando le monete in circolazione hanno un contenuto di metalli preziosi, tipicamente oro e argento, o rame. Se le nuove monete coniate hanno un minor contenuto di materia prima va da sé che quelle vecchie valgono di più e che quindi vengono tesaurizzate e accumulate uscendo di circolazione. Da qui la moneta cattiva (ossia quella con minore valore intrinseco) scaccia quella buona.
Questa legge fu quindi teorizzata in un periodo in cui il valore della moneta era legato al valore e al contenuto di metallo, mentre oggi siamo nel XXI secolo e le valute non hanno più contenuto di metalli preziosi. Infatti le banche centrali possono stampare nuova carta in quantità sempre crescenti, con valore legale identico alle banconote attualmente in circolazione, inoltre il valore di una moneta e la sua percezione, in termini di stabilità, da parte degli operatori è data dalla politica fiscale che c’è dietro.
In tale contesto, quindi, le domande sulla fattibilità di due euro, uno del nord e uno dei paesi del sud sorgono spontanee. Se l’euro del nord ossia quello di paesi con Pil crescenti, e con politiche fiscali per così dire più coerenti e razionali, rappresenterebbe la valuta che mantiene meglio l’inflazione e quindi più stabile, chi accetterebbe di essere pagato con un euro del sud molto più svalutato, perché espressione di paesi con un forte indebitamento e percepiti come più fragili?
In questo contesto forse la moneta buona scaccerebbe quella cattiva? E quale altre considerazioni si potrebbero fare sulla possibile fuga di capitali dall’Europa del sud verso il blocco nord europeo caratterizzato da una moneta con un valore più alto e stabile? È evidente che ci troviamo in un periodo in cui vi sono molte luci ed ombre sull’euro e il progetto Europa, ogni passo e ogni decisione presa da qui in poi avrà un impatto su milioni di famiglie, e l’augurio è proprio quello che qualsiasi strada venga imboccata venga valutata in maniera coerente e razionale e non con il presupposto dei voti, dei nazionalismi e populismi, qui il calcolo non è più economico o politico ma bensì “umano”.
Di Marco Feniello