Quartiere Giuliano Dalmata tra passato e futuro: la posa del Leone di San Marco, la Mostra fotografica e il filobus
È un ponte tra il passato e il futuro del quartiere, simbolo di Venezia e delle zone legate alla Serenissima, che svetta adesso sulla Chiesa di San Marco in Piazza Giuliani e Dalmati. Alla presenza di alcuni anziani esuli giuliani e dalmati, dei loro discendenti, degli abitanti del quartiere e di Donatella Schürzel, presidente del Comitato di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia e Dalmazia, il Leone di San Marco è stato infatti posto nel cuore di quello che fu il luogo di arrivo di quanti lasciavano le terre che ora sono parte della Croazia e della Slovenia, il villaggio Giuliano Dalmata. Il Leone dista ora pochi metri da un altro monumento caro agli esuli, la Lupa di Pola, originariamente donata da Roma alla città istriana e riportata poi nella Capitale per volontà degli stessi polesi. Dopo la posa del Leone, avvenuta il 25 aprile di quest’anno, il pranzo a base di porchetta organizzato dall’Associazione Gentes, il cui nome vuole essere un omaggio alle differenti “genti” che popolano il quartiere, non solo giuliani e dalmati ma anche romani. Gli stessi romani che nel 1947 accolsero i nuovi arrivati: è per tutti loro che è stata poi organizzata la mostra fotografica “Come eravamo e come siamo”, la quale vuole proporre un confronto tra l’aspetto originario e quello attuale del quartiere. L’iniziativa verrà presentata il 6 maggio presso la Biblioteca San Marco.
Per quanto riguarda il futuro del quartiere, vi sono buone notizie concernenti il filobus e la corsia preferenziale che si stava progettando di costruire nel tratto di via dell’Umanesimo-stazione Laurentina; intervenuta durante la Commissione Mobilità, l’Associazione Gentes ha avuto modo di dimostrare infatti come l’eventuale realizzazione del Corridoio della Mobilità in quel preciso tratto avrebbe sostanzialmente isolato la zona complicando inoltre la stessa viabilità dell’arteria stradale. La Commissione ha quindi abbandonato tale prospettiva.
Tuttavia è stata sollevata da alcuni membri la possibilità di riservare al traffico solo una delle due corsie della Laurentina, opzione a cui l’Associazione si è comunque opposta sostenendo che ciò creerebbe lunghissimi ingorghi sia per uscire da Roma che per entrarvi.
Probabilmente quindi si provvederà a far arrivare il filobus fino alla Metro Laurentina mediante l’alimentazione elettrica fornita da pali posti lungo lo spartitraffico in mezzo alla carreggiata che non danneggeranno i pini.
Di Gabriele Rizzi