“Diritti senza confini”: l’epilogo di un anno duro per l’accoglienza migranti a Roma
Sabato 16 dicembre ha sfilato da piazza della Repubblica a piazza del Popolo il corteo “Fight/Right Diritti senza confini”. Una grandissima folla (più di 25mila persone, secondo le stime degli organizzatori) composta da immigrati, sindacati di base, attivisti della lotta per la casa e alcune figure politiche ha marciato per i diritti di quelli che sono stati chiamati “gli invisibili”, che comprendono extracomunitari, pensionati, disoccupati, studenti (grandi critiche sono state sollevate all’alternanza scuola-lavoro) e insegnanti, i quali secondo i manifestanti sarebbero stati lasciati soli dal governo italiano e dall’Unione Europea. Coloro che hanno protestato lungo la città, chiedendo maggiori garanzie per le categorie da loro difese, hanno intonato cori ed esibito striscioni fortemente accusatori, paragonando le decisioni prese in passato riguardo l’accoglienza (il Regolamento Dublino III, la legge Bossi-Fini e quella Minniti-Orlando) all’apartheid. Tra le rivendicazioni avanzate durante “Diritti senza confini” vi sono il rilascio di permessi umanitari per le vittime di guerre nei propri Paesi natale, la regolarizzazione generalizzata degli migranti presenti in Italia, maggiori spese sociali che, di fatto, romperebbero il patto di stabilità e il diritto al reddito minimo per tutti. Gli organizzatori hanno inoltre richiesto un incontro con il ministro dell’Interno Minniti, insistendo sulla necessità di dare una voce agli “invisibili”.
Tra i tanti che hanno partecipato alla manifestazione vi sono quelli del centro d’accoglienza Baobab, che, ormai abbandonata da due anni la propria sede storica in via Cupa, si è trasformato in un presidio mobile per gli sgomberati e i nuovi arrivi, trasferitisi in tende donate dalla cittadinanza a piazzale Maslax, dietro la stazione Tiburtina, ai quali l’organizzazione fornisce cibo e supporto medico. Gli stessi del Baobab alcune settimane fa, in occasione del secondo anniversario della chiusura dei vecchi locali, hanno segnalato il grave problema dei cosiddetti “dublinati”, ovvero coloro che, secondo il Regolamento Dublino III, risultano registrati in Italia, e tentando di stabilirsi in un altro Paese UE vengono rispediti da noi.
Alla luce di tutto ciò, questo 2017 è stato un anno duro sul fronte immigrazione per Roma, e il 2018 non sembra partire sotto i migliori auspici.