Erosione e mareggiate si ripresentano: tra Fregene e Ostia stabilimenti distrutti e scenari postbellici lungo il litorale

È passato poco meno di un anno e, lungo il litorale romano, tra Fregene e Ostia, si è ripresentato il catastrofico scenario postbellico di aprile scorso. Se l’anno scorso, però, sulla minuta lingua di sabbia che era rimasta tra il mare e le cabine degli stabilimenti si ergevano sacchi di sabbia come soldati e gru e lastre di ferro come macchinari di guerra, quest’anno, nemmeno questo è possibile. La mareggiata di libeccio che ha imperversato lungo il Tirreno durante le ultime notti ha messo a dura prova il litorale. Le spiagge di Fregene Sud, che da anni si ritrovano colpite da un sempre più persistente problema d’erosione (aggravato dai progetti, risalenti a tre anni fa, della costruzione del “Porto della Concordia” di Fiumicino), si sono ritrovate invase dalle acque, nel caso più grave della costa romana.
A scatenare il disastro, a riportare indietro di un anno le tragiche conseguenze della natura, si manifesta la fatale combinazione tra erosione e violente mareggiate.
“La Perla”, “Point Break” e “La nave” sono i tre principali stabilimenti che, a partire dal canale tra Fregene e Focene, hanno subito le conseguenze più gravi del fenomeno. Le strutture più prossime alla riva sono completamente accerchiate dal mare in tempesta, mentre le docce, le cabine e i pali frangivento sono stati sradicati e spinti via dalle onde violente del mare.
Situazione analoga si è incontrata a Ostia dove, per molte ore, la mareggiata ha provocato il crollo di alcune cabine e la distruzione di altre installazioni presenti sulla spiaggia (in particolare sul lungomare Lutazio Catulo).
Dopo la simile calamità, l’anno scorso, il comune aveva disegnato progetti di soluzione che, come si è dimostrato, non sono stati capaci di bloccare il corso della natura. Dall’altra parte, i lavori, di ristrutturazione e ricostruzione dei singoli stabilimenti, sono stati resi inutili a causa di queste ultime giornate, facendo tornare la situazione a scenari identici (o forse più gravi) di quelli degli anni passati.
In questi ultimi giorni si è parlato di nuovi progetti, si è ripresentata la idea del “Geo-Tubo” e di altri interventi di ricostruzione della linea di battigia (seguiremo lo svolgimento nel prossimo numero).
Gli abitanti di Fregene, di Ostia e tutti i romani cari al proprio litorale si stringono attorno alla vicenda, augurandosi, come i gestori degli stabilimenti, che il comune possa sviluppare soluzioni efficienti, senza dover, ogni anno, tornare a costruire le strutture balneari, demolite ciclicamente dall’energia della natura.

Redazione

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