Qual’è la mia identità? Romana, italiana o europea?

l’ottava edizione di Costituzionalmente, tenutasi giovedì 25 gennaio presso l’aula Tarantelli della Facoltà di Economia della Sapienza si sono affrontati molti temi riguardanti i valori della Costituzione e l’Europa. Il tutto di fronte a ragazzi provenienti da varie scuole della Capitale, chiamati a discutere riguardo ad argomenti quali la storia, l’attualità e la politica.
Michele Gerace, ideatore e curatore dell’evento, a un certo punto ha rivolto una domanda molto semplice agli studenti ivi presenti: quali erano, secondo loro, le proprie radici, la propria identità? Europea? Italiana? Romana? C’è chi ha risposto di sentirsi più europeo, o perfino “cittadino del mondo”, chi ha rimarcato il suo senso di appartenenza limitatamente alla nazione italiana, se non alla propria città d’origine.
Quindi, in cosa possiamo riassumere il concetto di “identità europea”? L’unione economica? Quella politica? La cultura? Oggigiorno grazie a iniziative come Erasmus, in un periodo di forte instabilità nello scacchiere geopolitico, forse quest’ultima è effettivamente la più concreta di tutte. È un dato di fatto che grazie a Internet e ai social media i giovani europei sono più connessi che mai tra di loro, scambiandosi una grandissima quantità d’informazioni, arricchendo le proprie conoscenze. Per non parlare, poi, dei già citati viaggi di studio, che permettono loro di toccare con mano culture e modi di pensare finora sconosciuti. Non dimentichiamoci poi del grande bagaglio del pensiero passato, che partendo dalle antiche Grecia e Roma è arrivato, con tutti i suoi cambiamenti e arricchimenti, fino ai nostri giorni, e che può ancora crescere.
Tuttavia, i ragazzi presenti all’incontro di Costituzionalmente hanno fatto notare che l’incertezza al riguardo regna, soprattutto a causa di questo periodo, in cui la tenuta dell’Europa diviene sempre più fragile a causa della generale instabilità politica ed economica, legata soprattutto alle forti disparità presenti nell’Ue tra i Paesi più ricchi e quelli più poveri. Proprio quest’ultimo nodo è sembrato stare particolarmente a cuore tra gli studenti dei licei e degli istituti tecnici, che hanno cominciato ad assumere lucidità politica proprio nell’epoca di maggiore crisi della nostra civiltà negli ultimi 70 anni, e che alimenta in molti sentimenti euroscettici, perfino ostili a una qualsivoglia idea d’unione continentale.
Un fatto, questo, che deve essere preso di petto, se l’Unione creata dai grandi leader dell’Europa del secondo Dopoguerra vorrà uscire indenne da questo periodo di forte insicurezza per la tenuta democratica degli Stati membri.

Simone Pacifici

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