Erosione e mareggiate si ripresentano: a Fregene geotubo e ripascimento per salvare e prevenire i danni
La spiaggia continua a presentarsi inaccessibile.
Una spiaggia dove, come una serie di Galata Morente, i resti delle costruzioni degli stabilimenti, si ritrovano a giacere, inermi, sulla sabbia, abbandonati alla continua invasione delle onde del mare.
In questo scenario, la Regione Lazio comunica, in una nota pubblicata sul sito istituzionale, l’apertura di una conferenza riguardante servizi e lavori atti a contrastare l’erosione del tratto di costa di Fregene. Si aprirà il 7 febbraio il bando di gara per i lavori che, entro 60 giorni, saranno avviati, patrocinati e finanziati dalla Regione per un totale di (considerando le misure per la foce del Canale delle Acque Alte) 600mila euro.
Le basi dei progetti di risanazione territoriale prevedono la posa di un geotubo e il relativo ripascimento (il riporto lungo le coste di quantità di sabbia) per completare il posizionamento della struttura sul fondale.
Cos’è, in sintesi, questo geotubo? È un involucro cilindrico, composto da più tubi in polipropene di 20 metri di lunghezza e 3 metri di diametro ciascuno, riempiti di sabbia e posizionati parallelamente alla linea di costa, in una sezione scavata nel fondale. Lo scopo è quello di creare un maggior volume sulla riva della spiaggia, capace di durare più a lungo di un ripascimento fatto di sola sabbia.
Il geotubo, già oggetto di diverse e positive sperimentazioni in Italia (ad esempio nel 2013 e nel 2016, sempre su tratti tirrenici centrali), si occuperà di coprire 750 metri di costa per ricostruire la linea di battigia di Fregene Sud, in prevenzione e protezione dell’erosione del litorale.
Fabio Refrigeri, assessore regionale alle Infrastrutture, si vede soddisfatto e ricco di speranza per i futuri lavori. “Lavori che vedono premiata la pratica della condivisione, […] la lealtà della collaborazione” dice Refrigeri.
È grazie al dialogo ed alla convergenza di tanti attori, dai rappresentati politici ai cittadini, dagli amministratori agli operatori privati che gestiscono gli stabilimenti fondamentali dell’area (“La Perla”, “Point Break”, “La Nave”, tra gli altri) che l’amministrazione regionale ha potuto valutare un progetto inedito sino ad oggi nel Lazio.
Dalla nostra parte, a questo punto, non resta che aspettare fiduciosi, per tornare a godere al massimo della bellezza del nostro litorale.