Un nome, un quartiere, una storia millenaria: Casal Brunori, parte II
Oggi è un campo incolto che d’estate si tinge di uno spensierato color del grano, ma duemila anni fa, qui, il prezioso cereale doveva esserci davvero.
Oggi vi passeggiano ignari i fedeli compagni canini di quanti abitano i comprensori limitrofi, ma duemila anni fa, qui, ad attraversare questo terreno erano viandanti diretti ad Ostia o a Laurentum. Perché se c’è una cosa che non è cambiata, qui, da duemila anni a questa parte, è proprio quella strada diretta al lungomare laziale.
Anche se oggi, invece di Laurentina, si chiama Pontina. E anche se i carri che la percorrono, i cavalli, ormai, li hanno nel cofano. Due millenni fa, il terreno situato tra i comprensori di Mostacciano B e Casal Brunori era quindi attraversato da una strada (composta di blocchi di selce) collegante la via Ostiense alla via Laurentina. Ma lo stesso terreno ha visto in realtà – come abbiamo raccontato la scorsa settimana – anche degli insediamenti protostorici (VIII-VII sec. a.C.) che, in seguito, durante l’età arcaica e repubblicana vennero notevolmente ampliati; è, infatti, a questo periodo che si fanno risalire le sepolture ritrovate nell’area dove oggi sorge l’abitato di Casal Brunori.
È interessante in tal senso, a detta degli studiosi, il fatto che, grazie a tali tombe, ci siano arrivati oggetti usati perlopiù per la raccolta nei campi, a conferma di quale fosse l’attività prevalente nella zona. Un ulteriore gruppo di cinque tombe a camera è stato invece rinvenuto dagli archeologi nei pressi di quella che doveva essere una strada intagliata nel tufo di epoca arcaica nel lato settentrionale del complesso e che doveva essere collegata probabilmente agli edifici presenti nella stessa epoca. Sempre verso il margine nord del quartiere sono state anche identificate delle aree di cava, le quali permisero di ricavare, tramite lo scavo di grotte e cunicoli, il materiale con cui furono poi costruite le abitazioni successive. Altri pozzi e cunicoli databili all’età repubblicana erano invece utilizzati per la raccolta delle acque.
Un insediamento quindi, quello di Casal Brunori, che doveva essere collegato agli altri presenti nello stesso territorio del Municipio IX grazie ad un reticolato viario probabilmente molto articolato; ma se in età repubblicana l’area doveva essere ad uso prevalentemente agricolo e riferibile ad una piccola e media proprietà, successivamente esso avrebbe visto la comparsa di un sistema di ville in età imperiale, come sembrano testimoniare i più recenti ritrovamenti.
E anche successivamente alla caduta dell’Impero Romano, tanti altri viandanti avrebbero continuato ad attraversare questo territorio, fino a quando Brunoro di Gambara non decise di costruire qui la sua torre. Che sebbene ora sia nel quartiere di Spinaceto, continua a ricordarci che lì, in quel prato color del grano, tanti sono passati e tanti ancora passeranno.