Roma preda del dissesto idrogeologico
Un allarme lanciato perfino dall’Ordine Geologi del Lazio, il cui presidente Roberto Troncarelli ha confessato le sue preoccupazioni riguardanti le condizioni della Capitale in un’intervista recente a Roma Today.
Roma è preda del dissesto idrogeologico, che ha prodotto una situazione a dir poco precaria, con l’apertura di cinque maxivoragini nelle ultime due settimane, senza contare gli innumerevoli precedenti ad esse.
Un censimento curato dall’Autorità di distretto idrografico dell’Italia centrale con la partecipazione del Dipartimento della Protezione Civile e dell’ISPRA ha evidenziato gravi problemi per la città, con il rischio di catastrofi naturali quali “alluvioni, frane, cavità nel sottosuolo e acque sotterranee”. Un report che ci mostra come, dal punto di vista delle voragini, tra il 1998 e il 2008 se ne siano registrate in media 16 l’anno.
Ma il vero dato allarmante è quello che riguarda l’ultima decade, nella quale la media è cresciuta fino a 90 per ogni annata, con un record di 104 nel solo 2013. Da menzionare che nei primi tre mesi del 2018 se ne sono aperte ben 44, con un ritmo di una ogni 36 ore. Si concentrano soprattutto nelle zone Portuense e Gianicolense, con un grande interessamento nei Municipi II, V e VII e nel centro storico. Le conseguenze sono ben visibili: basti pensare che 230mila veicoli in tutta la Capitale accusano danni causati proprio da esse.
Da menzionare anche lo stato di degrado generale del fiume Tevere, ai cui problemi cronici di abusivismo e decadimento delle rive e della presenza in esso di rifiuti e detriti di ogni genere si aggiungono ben 22 relitti d’imbarcazioni presenti in esso, e mai rimossi.
Una situazione a dir poco precaria, e per la quale la giunta comunale viene accusata d’immobilismo, non avendo ancora fornito, secondo i critici e le forze d’opposizione, misure adeguate alla lotta contro la decadenza generale del livello urbanistico della città.
Di Simone Pacifici