Turner, opere della Tate. Un viaggio sensoriale al Chiostro del Bramante

“Non dipingevo per essere compreso. Volevo solamente far vedere come appariva una determinata scena”.
Entriamo nel mondo delle tonalità cromatiche, ci immergiamo in fiumi di colori, scaliamo sfocate vette di montagne sussurrate. A introdurci in questo universo suggestivo è Joseph Mallord William Turner (23 aprile 1775-19 dicembre 1851) che, con le sue stesse parole, parafrasa le infinite sfumature della sua opera. Quasi precursore sacro dell’impressionismo, Turner ha influenzato generazioni di artisti futuri, da Monet a Friedrich, da Van Gogh a Klimt, da Klee a Rothko e, direttamente dalla sua Londra, dalla Tate Britain, il suo eccelso mondo può giungere alla nostra percezione.

Attraversati i delicati colonnati del Chiostro del Bramante, ci si ritrova calorosamente rapiti tra natura e romanticismo, fusi in una perfetta raffigurazione del sublime. Ed è questo, il sublime e la sua raffigurazione, il più grande “odi et amo” del pittore inglese, un concetto tanto percettibile quanto intoccabile, impossibile da raffigurare, arduo da definire ma così terribilmente tagliente. Le innumerevoli sfocature di colore, le infinite inversioni di pennellate quasi trasparenti, l’indefinito che si fa definito dentro la nostra percezione. Sono queste le prove che Turner ci regala, i tentativi di addentrarci nella contemplazione di una forza inarrestabile e misteriosa.

Più di 90 opere d’arte, tra dipinti, studi, disegni e olii provenienti dallo studio personale dell’artista, ci presentano l’arte di Turner, per la prima volta in Italia, accompagnando il nostro percorso, più sensoriale che visivo, tra delicati acquerelli dalle timide sfumature. 
Non solo tra lande inglesi ma anche tra canali veneziani, contesti europei e panorami romani, il Chiostro si divide in sei sezioni, ordinate in senso cronologico, per assaporare l’evoluzione del linguaggio artistico di uno dei più grandi pittori romantici. Grande protagonista delle tele è anche una sezione interamente dedicata a Roma, attraversata dall’artista da Monte Mario alle Basiliche dei Fori (in uno degli acquerelli si può notare la famosissima Meta Sudans, la celebre fontana Flavia costruita di fronte al Colosseo, rinfresco dei Gladiatori, demolita nel 1933 per la costruzione della via dei Trionfi, voluta da Mussolini).

La mostra sarà aperta dal 22 marzo al 26 agosto al Chiostro del Bramante.

Di Gabriele Pattumelli

Redazione

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