Atac, periodo di cambiamenti tra la sperimentazione dei tornelli e il via libera al concordato dalla Procura

Che l’Atac stia cercando di trovare un modo per rinnovarsi e dunque sopravvivere è cosa risaputa: col referendum “Mobilitiamo Roma” per la liberalizzazione delle linee dei bus alle porte (la data indicata è l’11 novembre) bisogna convincere i cittadini che il servizio pubblico può ancora essere sanato. 

E in effetti qualcosa comincia a muoversi in tal senso: dall’11 giugno è partito l’esperimento del “modello Londra” sugli autobus, che prevede la presenza di tornelli all’entrata. L’operatore Atac assegnato provvede ad aprire inizialmente solo la porta centrale, adibita esclusivamente all’uscita degli utenti, e in un secondo momento lascia entrare gli altri passeggeri da quella anteriore, e questi devono provvedere a esibire il biglietto.

L’utente che ne sarà invece privo attiverà un sistema d’allarme basato su un avvio acustico e dei led lampeggianti. L’esperimento, per ora presente solo su un bus su quattro della linea circolare 669 con capolinea a Pincherle, zona piazza Marconi, sembra aver incontrato il parere generale positivo degli utenti, contenti che finalmente possa tornare un po’ di ordine sui mezzi pubblici, soprattutto contro i “portoghesi” che da anni usufruiscono del servizio cittadino senza pagare. 

Ci sono anche buone notizie sul fronte del discusso concordato, giudicato positivamente dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e dai pm Giorgio Orano e Stefano Rocco Fava, pur se con qualche perplessità. È stata preferita questa soluzione in quanto, secondo la Procura, un possibile fallimento dell’azienda capitolina, con conseguente vendita, sarebbe molto più rischioso per i creditori, oltre che per gli 11mila e 700 dipendenti dell’Atac. 

Tuttavia, bisogna tenere conto che la palla passerà in ogni caso al tribunale fallimentare, che potrebbe mettere ancora il veto sulla proposta di concordato in continuità.

Di Simone Pacifici 

Simone Pacifici

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