L’apprendista astronauta: Samantha Cristoforetti si racconta

C’è fila davanti alla libreria Nuova Europa. Chi è arrivato prima è già entrato e quanti sono rimasti fuori devono accontentarsi della visuale attraverso il vetro. La coda si ingrossa, le voci corrono – “è già dentro” – si odono applausi, ma è un falso allarme. L’ospite deve ancora arrivare. E quando finalmente viene avvistata, non si può che farle spazio per lasciarla entrare nel negozio. Perché del resto lei, Samantha Cristoforetti, nello Spazio con la s maiuscola c’è stata davvero. Là da dove è tornata, tra le stelle, i rumori non si si possono udire ma, ad accoglierla, “Astrosamantha” trova un bel po’ di decibel in applausi. E la sua innata simpatia non fa che provocarne tanti altri. Come quando rivela dov’era quando ha ricevuto la chiamata con cui l’ESA (European Space Agency) la selezionava per mandarla in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale. Sotto la doccia. E, in effetti, quando Bianca Berlinguer – che la intervista – le chiede quale sia stata la cosa che più le è mancata della Terra nei suoi 199 giorni di missione, l’astronauta non ha dubbi. Proprio lei, la doccia.
Conquista il pubblico, Samantha. In poco tempo è diventata il centro di gravità, lei che ha dovuto fare i conti con l’assenza di peso. E allora sono tutti con lei tra le stelle, gli ascoltatori, pronti a chiamare prima Houston e poi Mosca, a preparare la giornata facendo colazione con il cibo da astronauti e a guardare l’Italia dallo spazio. Ridono con lei quando rivela che il telefono nello spazio ha un unico grande vantaggio: poter far solo chiamate senza riceverne. Si stupiscono quando afferma l’esistenza del week-end anche nello spazio – “per me i fine-settimana sono volati, si facevano un sacco di cose”. Sognano quando racconta della sua infanzia trascorsa tra le Dolomiti, piccola avventurosa pronta a correre di giorno fra i campi e a sdraiarsi sotto un cielo di milioni di stelle la notte. E si ritrovano a riflettere sul concetto di umanità quando dichiara che un viaggio nello Spazio non è il viaggio di un singolo ma di 7 miliardi di individui, un passo che gli esseri umani preparano da millenni.
Così, alla fine dell’intervista, si trovano tutti ad auspicare con lei che il “Diario di un’apprendista astronauta” da lei presentato – Editore “La nave di Teseo” – sia solo il primo di una lunga serie e che l’astronauta italiana possa effettivamente compiere la sua passeggiata spaziale in una nuova missione. E forse, allora, nelle prossime sere, i Romani si ritroveranno a guardare il cielo stellato. Alla ricerca di una stella cadente con cui esprimere un desiderio.

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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