Rapide e campeggi: l’Eur in un dépliant del 1953

Ci sono libri che attraversano il tempo, piccole testimonianze di storie altrimenti anonime che hanno il potere di svelare punti di vista tanto inaspettati quanto incredibilmente vicini a noi. Nella maggior parte dei casi, questi libri sono definiti “grandi classici”, capolavori della letteratura che da secoli continuano a essere punto di riferimento per le nuove generazioni. Può tuttavia capitare che, talvolta, anche semplici dépliant appartenenti ad un’epoca ormai passata possano svelarci molto su di una realtà che pensiamo di conoscere bene.

“Eur – la città parco della Roma moderna” può essere considerato una piccola capsula del tempo appartenente alla categoria delle “madeleine” letterarie; edito nel 1953 e venduto a 150 lire, questo opuscolo di 48 pagine rivela, infatti, molto delle idee originarie e dei primi anni del quartiere noto anche come “il Pentagono”. Uno dei primi aspetti che risalta agli occhi del lettore contemporaneo trovatosi a guardare la mappa disegnata nell’opuscolo, è, infatti, il diverso uso cui sono stati destinati gli edifici “monumentali” previsti dal progetto iniziale: alle Forze armate era stato, ad esempio, assegnato il palazzo che oggi ospita l’Archivio Centrale di Stato (anche se nel dépliant è effettivamente prevista la possibilità di adibirlo a tale scopo), quella che oggi è la Casa Generalizia dei Frati Maristi doveva essere, invece, la “Mostra Forestale” e dove oggi sorge il Palazzo dell’Eni, doveva essere ospitata la “Mostra dell’Agricoltura”. Uno scopo simile a quello originariamente previsto – si scopre – lo ha altresì avuto l’Istituto di Scienze della costituzione umana e della nutrizione, oggi ospedale di riferimento del quartiere. Spostando invece lo sguardo verso l’asse viario della Cristoforo Colombo – si può notare come inizialmente erano stati previsti quattro poli museali posti attorno all’Obelisco – la “Stele Marconi” – dedicati rispettivamente all’Arte Moderna, All’Arte Antica, alle Scienze e alle Tradizioni Popolari. Di questi, solo l’ultimo ha conservato l’indirizzo originario, avendo questi lasciato il posto ad un Museo Etnografico (il “Pigorini”), a due discoteche e ad un grande spazio commerciale. Nelle immediate vicinanze possiamo trovare invece un Cinema; esso rispetta in qualche modo l’intento originario dei progettisti in quanto l’intero stabile nel quale si trova doveva in effetti diventare un teatro.
Un’ultima sorpresa la concede invece la parte “naturale” della Planimetria generale: laddove oggi è stato costruito il Lunapark dell’Eur – il “Luneur” – era stato previsto un lago – ancora presente – alimentato da un fiumiciattolo passante per alcune rapide immerse in un’area boschiva, oggi però non più visibili. Non troppo distante, le foto dell’opuscolo rivelano invece una zona adibita al campeggio che si sviluppava in un’area riparata da pini marittimi.
Recuperato dopo la fine della guerra, l’Eur ha quindi visto rivoluzionato il suo scopo iniziale, essendo stato il suo progetto modificato in larga parte dopo la fine del conflitto mondiale. Anche alcune delle modifiche introdotte negli anni ‘50 non hanno, però, mai visto la luce o hanno subito a loro volta dei mutamenti negli anni successivi. Nonostante tutto, il “Pentagono” continua comunque ad essere ancora oggi un quartiere verde, una zona “modello” che, come augura il dépliant in oggetto, grazie alle sue architetture e ai suoi parchi, può effettivamente definirsi “città parco della Roma moderna”.

Gabriele Rizzi

Classe 1996, maturità classica, Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Mi interesso soprattutto di storia antica e recente, con particolare riferimento a quella del quadrante Sud di Roma, spesso ignorato ma ricco di tesori e di storie nascoste.

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