L’istruzione come diritto umano fondamentale e inviolabile
Ci troviamo al centro di due giornate internazionali importanti rispettivamente per la Cultura e la Storia dell’uomo: il 24 gennaio è stata celebrata la Giornata Internazionale dell’Educazione e il 27 gennaio sarà celebrata la Giornata Internazionale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell’Olocausto.
La scelta effettuata dalle Nazioni Unite di inserire nel calendario giornate così vicine tra loro ci fa comprendere che l’uomo è immerso a tutto tondo nella cultura e nella storia, perché senza storia non ha cultura. L’uomo quindi è un prodotto di variabili (storia) che devono però essere istituzionalizzate, soprattutto quando queste sono state dolorose. Quest’anno per la prima volta si è celebrata la Giornata Internazionale dell’Educazione che, vista in senso ampio, comprende vari aspetti della vita dell’uomo, ma ciò che oggettivamente dovrebbe essere garantito è il diritto primario a ricevere un’istruzione.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, all’art 26, sancisce che ognuno ha il diritto a ricevere un’istruzione, gratuita almeno per quanto riguarda quella elementare e fondamentale, e che l’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.1
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia del 1989 mette in attuazione il concetto di istruzione superiore accessibile a tutti, come all’art. 26 della UDHR.
Il raggiungimento di un’istruzione superiore di qualità e accessibile a tutti è una delle sfide che vengono poste negli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (Obiettivo 4).
Purtroppo, però, ancora 265 milioni di bambini e adolescenti in tutto il mondo non hanno la possibilità di andare a scuola; tra di loro più di un quinto sono in età dell’istruzione obbligatoria (età scolare), 617 milioni di bambini e adolescenti non possono leggere o fare semplici calcoli matematici, meno del 40 per cento delle bambine nell’Africa sub-Sahariana hanno completato le scuole medie e circa 4 milioni di bambini e adolescenti rifugiati non vanno a scuola.
Certamente la povertà, la discriminazione, i conflitti armati hanno effetti estremamente negativi sull’istruzione.
Con la proclamazione della Giornata Interazione dell’Educazione, gli stati membri delle Nazioni Unite hanno riconosciuto che sarebbe un grande obiettivo garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa a tutti i livelli, in modo che tutti possano avere accesso ad opportunità di apprendimento continuo per partecipare attivamente e pienamente nella società
Audrey Azoulay, Direttore Generale dell’UNESCO, nel discorso per la prima Giornata Internazionale dell’Educazione afferma: “Questa giornata è l’occasione per riaffermare i principi fondamentali. In primo luogo, l’educazione è un diritto umano, un bene pubblico e una responsabilità pubblica. In secondo luogo, l’istruzione è la forza più potente nelle nostre mani per garantire significativi miglioramenti nella salute, per stimolare la crescita economica, per sbloccare il potenziale e l’innovazione di cui abbiamo bisogno per costruire società più resilienti e sostenibili. Infine, dobbiamo urgentemente richiedere un’azione collettiva per l’istruzione a livello globale.”
La Giornata viene posta anche in un’ottica di sensibilizzazione, poiché l’istruzione è fondamentale per uscire dalla povertà.
L’istruzione rompe le barriere dei pregiudizi, delle discriminazioni razziali, sociali e ci fa essere liberi di pensare.
Di Francesco Maiolo