Abolizione dell’ora legale: il Parlamento Europeo ha votato a favore
Il prossimo 30 di marzo le lancette andranno avanti di un’ora e si passerà dall’ora solare all’ora legale. Questa potrebbe essere una delle ultime volte che lo faremo perché il parlamento Ue ha votato a favore dell’abolizione dell’ora legale. Il passaggio effettivo si avrà solamente nel 2021, termine entro il quale ogni stato membro avrà diritto di decidere quale fuso orario preferirà adottare.
I Paesi che decideranno di mantenere l’ora legale dovranno regolare gli orologi l’ultima volta a marzo 2021, gli altri invece nell’ultima domenica di ottobre 2021. Le decisioni dovranno essere coordinate insieme alla commissione europea, che garantirà che il cambio d’orario non creerà problemi all’economia del mercato interno all’Unione. La questione del cambio dell’ora non è solamente un dibattito sulle ore di luce solare o sul dormire un’ora di più o di meno, ma questo andrà ad influire sull’economia oltre che sul risparmio energetico.
Questo cambiamento potrà però creare scompiglio in tutta Europa. Se ad esempio Francia e Italia adottassero due orari differenti, ogni volta che si attraverserà il confine, ad esempio Ventimiglia, sarà necessario spostare le lancette dell’orologio. Questo problema potrebbe presentarsi per tutti i paesi dell’Unione e peggio ancora tra quei paesi che già hanno fusi orari diversi: la differenza potrebbe diventare di (+2) o (-2).
Secondo la commissione tutto questo porterebbe maggiori costi per gli scambi transfrontalieri, inconvenienti nei trasporti, nella comunicazione e nei viaggi, oltre ad un abbassamento della produttività.
Recuperare un’ora la sera, per lo svago e il riposo post-lavorativo, e avere la possibilità di dormire un’ora in più senza svegliarsi quando è ancora buio. Questo è il vantaggio del passaggio all’ora legale nel periodo estivo che si traduce dal punto di vista pratico principalmente in un risparmio energetico.
Ora però questo teorema – più ore di isole uguale meno uso di energia – è considerato obsoleto e messo in discussione da vari studi, prima pubblicati negli States e poi anche in Europa.
Di Leonardo Toti