Europee 2019, i risultati all’EUR e dintorni
Cambiano gli equilibri politici a livello nazionale, cambiano i flussi politici a livello territoriale. A un anno di distanza dalle elezioni politiche che avevano premiato il Movimento Cinque Stelle e la Lega, le elezioni europee consegnano un quadro molto diverso da quello uscito fuori dalle urne il 5 marzo 2018. Un “ribaltone” che si può notare anche a livello “micro”, confrontando i risultati delle singole sezioni.
Nel cuore del quartiere EUR, sotto il Palazzo della Civiltà Italiana, le urne premiano ancora una volta il PD, che grazie ai voti del “Pentagono” era riuscito a fare eleggere alle passate consultazioni Patrizia Prestipino, spinta dai voti della lista congiunta di centrosinistra che aveva ottenuto il 40% circa delle preferenze. Questa volta i democratici ottengono da soli il 41%, ed eleggono Pietro Bartolo, di gran lunga il candidato con più preferenze all’ombra del “Colosseo Quadrato”.
Balzo in avanti della Lega, che non raggiunge il 34% nazionale ma ottiene il 15% dei voti, raddoppiando i voti presi un anno fa. Perde 10 punti percentuali il M5S, che con il 16% si attesta sulla media nazionale. A livello di centrodestra, Forza Italia perde la metà dei voti rispetto alle passate consultazioni, ottenendo il 6%, ovvero la percentuale che il 5 marzo 2018 fu del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, premiato domenica dal 10% degli elettori.
Spostandoci verso est, in viale Africa, come a livello “macro”, i primi due partiti si confermano PD e Lega, con percentuali, però, diverse: 48% per i dem e 20% per il partito di Matteo Salvini.
Risultati molto simili ai due seggi precedenti si hanno, invece, a Roma 70, dove il partito del Ministro dell’Interno ottiene il 21%, il M5S il 16%, FI il 5%, FdI il 10% ed il PD il 41%. Da segnalare, invece, il fatto che nessuna preferenza sia stata espressa per Più Europa, scelta dal 4,5 degli elettori nel cuore dell’Eur.
Di Gabriele Rizzi