Scacco matto al Clan Spada a Ostia: i PM chiedono 208 anni di reclusione e 3 ergastoli per familiari e sottoposti
Dopo quattro giorni di requisitoria nell’aula bunker di Rebibbia, terminati lunedì 9 settembre, i Pm Ilaria Calò e Mario Palazzi hanno richiesto alla corte una pena di 208 anni di reclusione per 21 imputati coinvolti negli affari illeciti del clan Spada di Ostia, con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, e tre ergastoli per Carmine Spada, detto Romoletto, e ritenuto uno dei capi del clan, Roberto Spada, già condannato per la testata al giornalista della Rai Daniele Piervincenzi e per Ottavio Spada, detto Marco. Ma non finisce qui.
La famiglia Spada è stata, infatti, protagonista di diversi e negativi episodi nel passato, ripercorsi durante la requisitoria, in cui non si sono fatti mancare spaccio di droga, omicidi, numerosi attentati progettati insieme al clan Fasciani, un alto numero di estorsioni per la gestione del racket delle case popolari e l’usura a decine e decine di persone, corredata dalle minacce per ottenere in fretta credito e interessi.
Primo fra tutti è l’omicidio dei due vertici dell’organizzazione rivale, Giovanni Galloni (detto Bafficchio) e Francesco Antonini (detto Sorcanera), consumato a Ostia il 22 novembre del 2011 in via Forni verso le ore 17:00. I due boss, tra loro soci ed espressione di ciò che rimaneva della vecchia banda della Magliana, si contendevano gli affari criminali con i clan Spada e Fasciani, essenzialmente scommesse clandestine e droga.
I proiettili degli assassini sono stati sparati da una macchina, rinvenuta solo dopo la notizia dell’agguato da parte delle forze dell’ordine. Galloni è morto sul colpo ricevendo una pallottola sull’inguine e un’altra sul torace; Antonini, ferito a morte, si era nascosto dopo la sparatoria in un locale abbandonato nei pressi della palestra di Carmine Spada, il boss, ma il decesso è avvenuto durante la corsa in ospedale dell’ambulanza.
Da questo episodio è iniziata l’ascesa del potere degli Spada, che hanno approfittato della fine delle azioni malavitose dei clan Fasciani e Triassi, messi in ginocchio dalle operazioni “Nuova Alba” e “Tramonto”, per emergere come clan numero uno del litorale romano. Con loro è iniziata una “Pax mafiosa”, in cui il numero degli omicidi è sceso drasticamente, preferendo di lasciare solo un brutto ricordo a chi intralciava i loro piani. Insomma, non si uccideva più come negli anni della Banda della Magliana. In breve tempo gli Spada sono riusciti ad accaparrarsi il controllo del business illegale della droga, il ritiro del pizzo negli esercizi commerciali e ad aumentare la corruzione dei pubblici funzionari del municipio, grazie ai quali hanno ottenuto il possesso di uno degli stabilimenti più frequentati del litorale, l’Orsa maggiore, dato in gestione ad Armando Spada, cugino del boss Carmine, messosi in società con la moglie del maresciallo della Marina militare Cosimo Appeso e Ferdinando Colloca, ex leader di Casa Pound.
L’operazione “Eclissi”, però, ha posto la parola “fine” alle malefatte del clan, e verso l’ultima settimana di gennaio 2018 sono state emanate 32 ordinanze di custodia cautelare in carcere per il 416 bis nei confronti di capi e affiliati degli Spada, per aver costituito, promosso e fatto parte dell’associazione a delinquere di stampo mafioso nel Lazio. Di queste, solo un’ordinanza non è stata potuta essere eseguita poiché l’imputato di origine egiziana Saber Abdelgawad Nader, detto “L’egiziano”, è latitante e non presente in territorio nazionale già da diverso tempo.
Finalmente, dopo circa un anno e otto mesi, sono arrivate le richieste di reclusione da parte della procura di Roma. A 24 dei 32 arrestati i Pm ha chiesto una pena tra gli 8 e i 16 anni, mentre 3 ergastoli per Carmine Spada, detto Romoletto, uno dei capi del clan, Roberto Spada, già condannato per la testata al giornalista della Rai Daniele Piervincenzi, e per Ottavio Spada, detto Marco. Subito dopo le arringhe degli avvocati difensori degli imputati arriverà la sentenza, attesa per il 23 di settembre da parte del giudice.
La sindaca Virginia Raggi ha commentato soddisfatta con un post su Twitter: “Dalla Procura di Roma richieste pesantissime di condanna contro il clan Spada. Ergastoli e decine di anni di reclusione per membri della famiglia malavitosa. Un altro passo per ripristinare la legalità a Ostia e sul litorale”.
Di Fracesco Riu