S-300 per Bashar al-Assad, sistemi missilistici che potrebbero cambiare le sorti della guerra e l’assetto geopolitico mondiale
Il ministero della difesa russo conferma: sistemi missilistici terra-aria S-300 verranno utilizzati direttamente da forze siriane.
Eravamo nel 2013 quando la Russia bloccò la fornitura di S-300 al governo siriano, lasciando Damasco senza difese aeree capaci di confrontare le moderne minacce nei cieli.
Ma oggi, a causa della sregolatezza del governo israeliano e la scarsa precisione degli armamenti siriani, un aereo spia russo è stato abbattuto, forzando Mosca a difendere i propri interessi, ribadendo e confermando la delegazione di mezzi più sofisticati per Assad.
Non dimentichiamo che la Russia ha già dispiegato sistemi missilistici a lungo raggio come S-300 e S-400 in Siria, ma sono stati utilizzati raramente ed esclusivamente da forze russe, le quali, per rispettare i regolamenti di ingaggio internazionale, non possono permettersi di abbattere aerei statunitensi o israeliani a meno che non siano state direttamente attaccate.
Questo cambiamento di assetto potrebbe realmente influenzare le sorti della guerra, le forze siriane ad ovest sarebbero le dirette interessate e tutti gli aerei militari considerati nemici, in un raggio di circa 250 km, verranno segnalati sia ai “nuovi” sistemi affidati ai siriani che ai sistemi di disturbo elettronico (EW) russi.
Gli Stati Uniti e Israele hanno subito condannato la decisione del MoD russo, lamentando pericolose ripercussioni, non solo sulla piccola parte della Siria occidentale, ma in tutto il Medio Oriente, affermando inoltre di rimanere sul suolo siriano per un tempo indefinito e/o di continuare le loro incursioni aeree per contenere la sempre più radicata presenza Hezbollah ed iraniana. Poco rimane dello Stato Islamico, il quale sembrava essere la causa “ufficiale” dell’intervento delle forze internazionali in Siria, si è scoperto invece essere solamente un capro espiatorio celando per anni il vero volto della guerra.
A mio avviso la situazione è veramente delicata, non sarà l’utilizzo di “nuovi” armamenti a fermare l’agenda della coalizione, il rischio di un conflitto diretto aumenta, qualcuno deve fare un passo indietro per evitare l’aggravamento di questa crisi mondiale, ma oggettivamente credo l’unica opzione rimasta sia quella della forza militare.
Di Lorenzo Toti