Emergenza rifiuti: il caos totale.
Si ripresenta il forte rischio di un’ondata di buste di immondizia e cattivi odori per le strade della Capitale. Ama partecipa allo sciopero del 25 ottobre.
Il manto urbano di Roma, come se non fosse già abbastanza seria l’emergenza delle strade dissestate e malamente ripristinate con qualche palata di catrame a freddo, è tornato a raggiungere un alto livello di degrado a partire dagli scorsi mesi estivi a causa dell’emergenza rifiuti, problema di cui la giunta Raggi e la Regione Lazio, a distanza di anni, non hanno ancora trovato una soluzione.
Dopo tante insistenze da parte della sindaca, il 5 luglio scorso il presidente Zingaretti aveva firmato un’ordinanza, in vigore fino al 30 settembre, che doveva consentire ad Ama di portare i rifiuti negli impianti di smaltimento TBM e TM siti a Viterbo, Aprilia e Latina fino al loro totale riempimento, integrare in tre giorni le strade di ben 300 cassonetti dell’immondizia in soccorso a quelli già straripanti e pulire i siti sensibili della città maggiormente frequentati dai romani in sole 48 ore. Purtroppo, come la sindaca Raggi ci ha potuto mostrare attraverso un video postato su Ilblogdellestelle.it, la situazione dopo la firma dell’ordinanza, non è cambiata affatto. Gli impiegati Ama, che puliscono le strade di Roma dalle buste dell’immondizia depositandole all’interno dei camion, sono stati costretti a dover cercare di scaricare l’immondizia a Rocca Cencia, unico deposito a trattamento meccanico e biologico attivo, ormai arrivato al massimo della sua capienza, perché tutti gli stabilimenti di trasferenza o trasbordo, che dovevano essere attivati entro 15 giorni dall’ordinanza, sono rimasti chiusi. Nei casi in cui Rocca Cencia non potesse inglobare ulteriore immondizia, questa è rimasta all’interno dei camion che, chiaramente, non sono stati potuti essere utilizzati per la raccolta giornaliera della spazzatura, rimasta nei cassonetti per settimane.
“A Roma si rischia l’emergenza sanitaria per i rifiuti”. A parlare sono Antonio Magi e Pierluigi Bartoletti, presidente e vice presidente dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Roma, come riportato dal sito RomaToday. “Occorre evitare che in breve tempo si creino nella Capitale d’Italia cumuli di immondizia in ogni strada, nei pressi di scuole, ospedali, luoghi pubblici e che un simile degrado diventi attrattivo per gli animali. Non c’è tempo da perdere”.
La Regione ci ha riprovato il 2 agosto con una nuova ordinanza riguardante il Piano rifiuti 2019-2025, che prevede di dotare Roma di autosufficienza per mezzo di nuovi impianti di trattamento e smaltimento e una discarica di servizio coadiuvata dal presidio industriale di Colleferro. In più, si è fatto appello ad Abruzzo e Marche per stipulare un accordo per il trasferimento dei rifiuti nei loro impianti. Nulla di tutto ciò sembra aver suturato questa ferita sanguinante, neanche Acea, che aveva ridato un briciolo di speranza proponendo il nuovo “Progetto SmartComp”, che prevede l’investimento di 1.7 miliardi di euro per l’installazione di 250 impianti SmartComp entro il 2022 per la realizzazione di compostaggio derivante dagli scarti organici.
Ad oggi la situazione sembra non essere migliorata affatto. Dopo l’ultima sconsolante notizia delle dimissioni del Consiglio di amministrazione avvenuta il 1 ottobre (la quinta volta in tre anni dalla formazione della giunta Raggi), Ama parteciperà, insieme alle altre principali società partecipate di Roma Capitale, allo sciopero sindacale indetto il 25 ottobre per 24 ore a causa essenzialmente dell’assenza dei bilanci 2017 e 2018, oltre che della situazione caotica e puzzolente che regna sovrana nella Capitale. Attraverso una nota fatta presente dalla società stessa, Ama fa appello al senso civico e alla collaborazione di tutti i romani affinché si eviti l’accumulo smoderato dei vari punti di raccolta dei rifiuti, anche se saranno salvaguardati i minimi servizi essenziali negli ospedali e nelle aree monumentali. In poche parole, le buste di qualsiasi tipo di rifiuto devono restare a casa. Sarà possibile liberarsene il giorno dopo, sabato 26 ottobre.
Di Francesco Giacomo Riu