Formula Ambiente, i motorsports all’insegna del verde
“Dobbiamo salvare il nostro pianeta”, uno dei mantra di quest’ultimo periodo. Leader politici, attivisti di ogni età e celebrità si stanno impegnando a incoraggiare una maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente.
Qualcosa, almeno sul versante degli sport motoristici, sembra muoversi: la FIA ha infatti annunciato che la Formula 1 si è posta l’obiettivo di ridurre a zero le emissioni di carbonio entro il 2030, abbracciando dunque la “2030 Agenda for Sustainable Development”. Non solo quindi piena sostenibilità delle vetture, ma anche degli eventi legati alle gare stesse (che dovrebbe essere raggiunta, questa, nel 2025). Il presidente e amministratore delegato della F1 Chase Carey e il presidente della FIA Jean Todt hanno annunciato questa decisione con orgoglio, anche alla luce dei cambi regolamentari del campionato sportivo in programma nel 2021.
Attualmente la Formula 1 è uno degli sport motoristici più ecosostenibili al mondo, con soli 100 chilogrammi di benzina sfruttati ad ogni gara grazie agli ingegnosi motori ibridi, sempre più efficienti. Tuttavia, questo sembra non bastare, ed è stata quindi disposta la creazione per la serie regina dell’automobilismo mondiale di nuovi tipi di carburante a base di rifiuti domestici e alghe, in collaborazione con colossi del calibro di Royal Dutch Shell, ExxonMobil e Petronas. Non un abbandono ai motori termici, quindi, per non snaturare eccessivamente la natura delle auto, che altrimenti finirebbero per essere identiche in tutto e per tutto a quelle che corrono attualmente in Formula E, serie completamente elettrica.
Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, i due piloti di F1 più vincenti attualmente attivi, sono serviti probabilmente come ispirazione per le decisioni della FIA, dopo le loro dichiarazioni negli ultimi giorni nelle quali ponevano un forte accento sulla questione ambientale.
Tuttavia, non sono mancate le critiche, in particolare riguardo al possibile inquinamento generato dagli spostamenti dei tifosi verso i circuiti, i quali difficilmente dispongono tutti di mezzi di locomozione eco-friendly. Un fatto che però non deve distogliere l’attenzione da questo nobile obiettivo, che porterebbe a una rivoluzione della Formula 1 senza per questo snaturarla del suo aspetto più importante, ovvero la ricerca delle migliori prestazioni. Del resto, sono e resteranno sempre le auto più veloci al mondo dopo quelle che corrono a Indianapolis.
Di Simone Pacifici