La Preistoria all’EUR
Luoghi: Ponte Galeria, Valle del fosso di Malafede, Valle del Risaro, Riserva naturale di Decima Malafede, Vitinia, Torrino Mezzo Cammino, Vallerano, Tor Pagnotta.
Elefanti, cervidi. Ippopotami, Mammut, Bertucce, Bisonti. Passeggiando non troppo lontano dall’EUR potrebbe capitare di camminare sopra resti fossili appartenenti ad un’epoca lontanissima nel tempo, eppure così vicina nello spazio. Prima della comparsa dell’uomo, infatti, l’area dell’attuale EUR era popolata da un incredibile varietà di specie animali, i cui frammenti ossei sono affiorati nel corso degli anni. I rinvenimenti, individuabili in alcune aree come la Polledrara di Cecanibbio, Torre in pietra, Ponte Galeria, Malagrotta e Vitina disegnano un quadro incredibilmente vario, che aiuta a capire cosa si muoveva versi sulle colline che, centinaia di migliaia di anni dopo, avrebbero ospitato gli edifici in travertino dell’E42.
Durante la costruzione del complesso del Torrino negli anni ’70, ad esempio, si ha notizia di ritrovamenti di cervidi e elefanti, riferibili al periodo detto del Galeriano; allo stesso periodo appartengono i ritrovamenti dell’area di Ponte Galeria, a pochi chilometri dal quartiere dell’Esposizione Universale. Qui gli studiosi hanno rinvenuto resti di due specie di elefanti, il Mammuthus trogontherii e l’Elephas (Palaeoloxodon) antiquus (e forse, anche il M. meridionalis), un rinoceronte, due specie di iena (Hyena prisca e Corcuta corcuta) ed un ippopotamo (Ippopotamus antiquus). Questi depositi sono affiorati nelle numerose cave aperte nel territorio – su cui poi torneremo in seguito.
In località Torre in pietra sono stati, invece, rinvenuti resti di un Elefante di foresta, di un leone delle caverne, di un leopardo e di un orso delle caverne, riferibili all’orizzonte temporale dell’Aureliano Inferiore (128.000 anni fa).
Fu proprio questa grande abbondanza di fauna spinse i primi nuclei di cacciatori-raccoglitori ad insediarsi nell’area dell’attuale Riserva di Decima Malafede, dove sono stati rinvenuti fossili ed utensili di pietra nella Cava di Quartaccio, poco distante dalla Via Pontina, con datazione risalente al Paleolitico Medio, periodo compreso tra 300.000 e 35.000 anni fa.
Il tempo avrebbe, tuttavia, portato cambiamenti, che avrebbero modificato l’ambiente naturale ed inciso, di conseguenza, sulla fauna. Importanti indagini effettuate nei siti di Tor Pagnotta, Valleranello, Porta Medaglia, Selcetta e Torrino Mezzocammino hanno contribuito a restituire l’immagine di una campagna romana passata dall’essere un ambiente simile a quello delle steppe russe, con pochi alberi ad alto fusto (durante il c.d. ultimo massimo glaciale, avvenuto circa 20.000 anni fa) ad una maggiore presenza di boschi, che continua a rimanere pressoché invariata da 7500 anni – ad eccezione, naturalmente, delle aree dove la presenza dell’uomo li ha ormai ridotti. Le stesse indagini hanno soprattutto, però, aiutato a capire l’evoluzione delle comunità preistoriche che hanno abitato il territorio dell’EUR e del Municipio IX, restituendo un quadro di un territorio oggi alla periferia di Roma, eppure un tempo incredibilmente popolato.