Un fiume e la sua città: storia di un ponte a Magliana
Separate da popoli e storie parallele, le due anse di Magliana e dell’Eur sono oggi finalmente collegate; riva etrusca l’una, riva latina l’altra, si sono, peró, guardate da lontano per secoli. Le due, però, non erano, forse, così separate; ritrovamenti archeologici di ponti romani presso il vecchio alveo del Tevere (Mezzocammino) hanno fatto ipotizzare agli studiosi la presenza di un antico porto nella zona, essendo l’area a metà fra Roma ed Ostia, mentre presso il Ponte della Magliana sono venuti alla luce degli argini di epoca romana. Inoltre, il rinvenimento di un’incisione che fa riferimento ai restauri di “pontes tredecim” (tredici ponti) trovata presso Monte Cugno, sembra provare esistenza di altri due ponti sul Tevere in epoca romana (si pensa, infatti, che fossero undici), sempre però che non siano inclusi nel conteggio anche gli attraversamenti sui fossi minori. In caso contrario, si ritiene che le zone più indiziate siano due: Mezzocammino e Magliana. Due aree servite oggi, in effetti, da due ponti molto simili fra loro.
A passarci frettolosamente con la macchina non ce ne si accorge, ma il Ponte della Magliana è, infatti, pressoché identico ai suoi due vicini, Il Ponte di Mezzocammino e quello di viale Marconi, il “Ponte Marconi”. Difatti, i tre collegamenti sono coevi, essendo stati realizzati a cavallo della seconda guerra mondiale, dalla quale uscirono danneggiati e dopo la quale furono completati. A differenza dei suoi “colleghi”, però, il Ponte della Magliana è stato inglobato in un tratto urbano dell’autostrada A91 che collega Roma all’Aeroporto di Roma Fiumicino. L’intervento, completato nel 1959 ha creato il cosiddetto “Viadotto della Magliana” e modificato il traffico, prima orientato sull’asse Via dell’Imbrecciato – Via del cappellaccio.
Tuttavia, prima dell’attuale ponte, ve ne era un’altro: la “Passerella”, un ponte smontabile che ha legato la sua storia alla Storia di Roma, sebbene per “soli” 43 anni. Realizzato originariamente nel 1878 per collegare, in via provvisoria, Ripetta e Prati, dopo il complemento del Ponte Cavour nel 1901, l’attraversamento in acciaio venne smontato per essere destinato alla Magliana, poco più a valle dell’attuale Ponte, tra l’odierna via Asciano e Via del Cappellaccio. Tuttavia, qui, il Tevere è più largo che a Roma nord: il problema venne, quindi, risolto “allungando” il ponte di 30 metri, ovvero dotandolo al centro di un ponte levatoio elettrificato che avrebbe permesso ai vaporetti di passare senza problemi. La cabina di servizio si trova ancora oggi nella riva sinistra del fiume.
Il tempo avrebbe poi svelato come la costruzione del ponte sarebbe stata più utile ai quattrozampe che ai quattroruote: difatti, questa parte di Roma, ancora campagna fino al 1930, era attraversata per lo più dai pastori abbruzzesi, che a pochi metri dal Tevere, lato Magliana, avevano costruito un villaggio di capanne, utile alla transumanza. I pastori, nomadi per natura, divennero col tempo stanziali e il “Procoio della Magliana” divenne la “Borgata Petrelli“. A distanza di un secolo, il quartiere rimane popolato prevalentemente dai discendenti degli allevatori provenienti dall’Abruzzo.
Dall’altra parte del fiume, invece, mentre si andava stabilizzando il nucleo della Borgata Petrelli, le alture a ridosso del Tevere vennero scelte per ospitare l’Esposizione universale del ’42: si rese così necessaria un attraversamento ben più monumentale della “Passerella”. Il progetto dell’architetto Raffaeli, che proponeva un ponte ad arco di 200 metri, però, rimase però sulla carta. Dopo la piena del ’37 (che aveva spinto a dei ripensamenti riguardo il Ponte di Mezzocammino, si veda il primo articolo della serie) si cominciò, invece, a costruire un attraversamento a sette arcate con una parte centrale apribile per permettere il passaggio dei vaporetti.
Come per l’intero quartiere dell’E42, peró, dopo la posa della prima pietra, i lavori vennero abbandonati con l’inizio della seconda guerra mondiale. E quando il conflitto arrivó a Roma, a farne le spese furono anche la “Passerella” e il costruendo Ponte della Magliana: alle 21 dell’8 settembre 1943, un’ora e un quarto dopo l’annuncio dell’Armistizio con gli Alleati, truppe tedesche conversero verso il “Quinto caposaldo” italiano, racchiuso tra l’attraversamento in acciaio, il Forte Ostiense e il Palazzo dell’Impero (oggi della Civiltà), sulle cui scalinate erano posizionate le batterie dell’artigleria. Nel corso di una notte gli italiani persero e riconquistarono le posizioni; all’alba furono contate 38 vittime. Tuttavia, l’esercito tedesco aveva solo aggirato gli italiani, e dopo aver attraversato nottetempo le vie dell’EUR in costruzione, aveva spostato la battaglia alla Montagnola. Durante l’occupazione di Roma, la Passerella, giá comunque da tempo destinata alla demolizione, pare essere stata danneggiata dall’attacco aereo alleato alla Stazione del Mercato nuovo (oggi Metro EUR Magliana) ma sembra anche che le truppe tedesche avessero pensato di smantellarla per la sua importanza strategica. Comunque sia, dopo la fine del conflitto, vennero ripresi i lavori per la costruzione del ponte, che venne completato nel 1948. In un’Europa finalmente in pace, un ponte é tornato a collegare due sponde.
Puntate precedenti:
Prima puntata: Mezzocammino e l’ansa sparita di Spinaceto
Seconda puntata: Tor di Valle e Magliana Vecchia
Terza Puntata: l’ansa del Torrino