Il Coronavirus ferma tutto lo sport, dalla Formula E al calcio
Come prevedibile, il Covid-19 ha colpito in maniera totalizzante il nostro modo di vivere: niente più uscite di casa, se non per casi di estrema necessità (approvvigionamento, visite mediche, lavoro) con dovuta autocertificazione, né baci e abbracci, e università e scuole chiuse saranno chiuse fino al, minimo, 3 aprile, con sanzioni anche penali per chi non rispetta le norme varate dal governo.
Le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per quanto impopolari, rilasciate nella conferenza stampa avvenuta durante la serata di lunedì 9 marzo sono state però necessarie, al fine di contenere un’emergenza che si fa sempre più grave, con contagi e morti da coronavirus in aumento costante. Misure dunque per proteggere i soggetti più vulnerabili, come anziani, immunodepressi e affetti già da gravi patologie, che possono essere contagiati da persone apparentemente sane, ma che possono far da vettori.
Un’emergenza talmente grave da far annullare gli eventi sportivi su tutto il territorio nazionale, almeno fino allo scongiuramento dell’epidemia che si sta verificando, compresa la gara di Formula E a Roma. Venerdì 6 marzo è stato deciso, a malincuore, di cancellare definitivamente l’E-Prix 2020 della Capitale dal calendario mondiale, come annunciato in una nota dal Presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani: “Purtroppo non ci è stato possibile trovare una data alternativa, anche per sottoporla all’Amministrazione Comunale di Roma, in un calendario del motorsport internazionale completamente saturo. La decisione presa è comunque in linea con gli ultimi decreti emanati dal Governo Italiano”.
Scelte dure, che arrivano a toccare anche il mondo del calcio, con la decisione varata dal Presidente Conte di sospendere il campionato fino a nuova disposizione. Una cosa che ha fatto infuriare numerosi tifosi e, soprattutto, chi nei confronti di questo sport ha grossi interessi, i quali, dal loro punto di vista, superano enormemente le necessità attuali dell’Italia, anche se molte squadre, allenatori e giocatori hanno accolto apertamente la decisione del governo, dimostrando grande spirito di coesione e di vicinanza al nostro Paese e ai suoi abitanti.
È in questo momento che i nostri politici devono agire con fermezza, e non cedere alla pancia di una parte degli elettori per non perdere consenso. Tutti, maggioranza e opposizione, si devono unire per far fronte alla più grave emergenza di questo secolo, in modo tale da uscirne più forti e compatti che mai.
Di Simone Pacifici