L’aria diventa pulita a Parigi, Madrid e Roma a causa del lockdown
L’inquinamento atmosferico in alcune delle principali città europee è diminuito drasticamente da quando i governi hanno ordinato ai cittadini di rimanere a casa per contenere la diffusione del coronavirus.
Le letture del satellite Copernicus Sentinel-5P mostrano un significativo calo delle concentrazioni di biossido di azoto su Roma, Madrid e Parigi, le prime città in Europa ad attuare severe misure di quarantena.
Il satellite Copernicus ha già rilevato un calo dell’inquinamento atmosferico due settimane fa nel nord Italia, la prima regione in Europa ad adottare misure di lockdown della popolazione, che includono restrizioni ai trasporti e all’attività industriali. Le agenzie spaziali, tra cui l’ESA europea e la NASA negli Stati Uniti, sono state costrette a interrompere alcune missioni a causa dell’epidemia di coronavirus, ma finora ciò non ha influito sulla loro capacità di raccogliere i dati climatici dai satelliti.
“L’Agenzia Spaziale Europea sta monitorando attentamente le città nei Paesi Bassi e nel Regno Unito”, ha dichiarato l’ESA in un recente comunicato. Le letture giornaliere di biossido di azoto sono volatili e variano in gran parte a seconda delle condizioni meteorologiche, quindi gli scienziati stanno usando una media di 10 giorni per ottenere risultati più affidabili.
I paesi dell’Europa nord-occidentale hanno adottato le misure di lockdown più tardi rispetto ai meridionali, quindi le misurazioni dell’inquinamento di questa settimana aiuteranno a valutare i cambiamenti in pochi giorni, ha detto l’agenzia.
Gli scienziati del Royal Netherlands Meteorological Institute, o KNMI, utilizzeranno i dati del satellite Copernicus Sentinel-5P per ottenere dati più precisi sull’inquinamento. I ricercatori combineranno i dati meteorologici, i dati sul terreno e le letture del satellite per stimare l’influenza delle misure adottate per combattere il coronavirus.
“I modelli di chimica atmosferica, che tengono conto dei cambiamenti quotidiani del tempo, in combinazione con le tecniche di modellazione inversa sono necessari per quantificare le emissioni sulla base delle osservazioni satellitari”, ha detto Henk Eskes, un ricercatore di KNMI, in una delle sue ultime dichiarazioni. “Questi studi sono iniziati, ma ci vorrà del tempo per completarli”, aggiunge.