Serie A, sempre più vicina la ripartenza del campionato: sì agli allenamenti di gruppo
Con l’avvio della Fase 2 e l’inizio del percorso di progressivo ritorno alla vita di tutti i giorni pre-Covid-19 (ovviamente seguendo tutte le dovute precauzioni dettate dal governo) ci si chiede cosa ne sarà di ciò che è lo svago principale degli italiani, ovvero il calcio.
Il Comitato tecnico scientifico ha infatti approvato il protocollo preparato dai consulenti medici di Federcalcio e Lega Serie A, che riguarda soprattutto le sedute di allenamento collettive delle squadre, le quali sarebbero dovute ricominciare lunedì, ma i club non avevano approvato il ritiro collettivo di due settimane imposto dal testo. Adesso ciò non sarà più obbligatorio, con la regola, però, che tutti i giocatori si prestino periodicamente a tamponi (uno tre giorni prima dell’avvio delle sedute, un altro il giorno del loro inizio e poi una volta ogni quattro giorni), assieme a test sierologici (uno il giorno dell’avvio e poi un ulteriore due settimane dopo). In caso di positività il contagiato verrà rimandato a casa, mentre i suoi compagni saranno sottoposti a ritiro blindato, ma potranno continuare ad allenarsi. Saranno quindi fatti tamponi a tutti ogni 48 ore per le due settimane seguenti.
Il ministro per le politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora ha annunciato ai microfoni del Tg Sport di Rai 2, oltre alle suddette misure, una riunione per discutere sulla ripresa del campionato: “Ho convocato per giovedì 28 maggio alle 15 una riunione con Gravina e Dal Pino e le altre componenti di Federazione e Lega. Per quella data avremo i dati a disposizione per poter insieme con il Governo decidere una data certa per la ripartenza. I playoff? Il format lo decidono giustamente le federazioni”.
Il ministro ha inoltre dichiarato: “Il calcio è una grande industria, è giusto che possa ripartire ora che tutto il resto del Paese sta ripartendo. Sono stato dipinto come il nemico del calcio, mi ha dato fastidio, ma ora sorrido”.
Un primo passo verso la ripresa del campionato, dunque, che si profila però tutto in salita. Ora che si è entrati nella Fase 2 bisognerà vedere come reagiranno gli italiani, se rispetteranno tutte le norme di sicurezza e di distanziamento sociale, così come le società calcistiche, che dovranno attenersi ai rigidi protocolli loro imposti.
Di Simone Pacifici