Tutte le strade portano all’EUR: storie di vie e di viandanti in età romana
Seguendo la Laurentina, puntata I
Con questo articolo inizia un viaggio all’interno dello “stradario” romano del Municipio IX, tra ville, insediamenti agricoli, cunicoli, terme e tanti segreti ancora da svelare. Quella che una volta era ritenuta solo “periferia archeologica” inizia, infatti, a svelare i suoi misteri…
L’unica certezza degli archeologi era rappresentata dalla Via Ostiense. Strategica, necessario collegamento con il mare (e le saline) ed antichissima (era forse coeva di Roma), questa via era, come quasi tutte le strade romane, rettilinea fino al suo termine. Lasciata l’Urbe, percorreva grossomodo il tratto odierno che ancora porta il suo nome fino ad incontrare il villaggio portuale del Vicus Alexandri, sorto sulle pendici del colle che oggi ospita il Forte Ostiense. Ed è proprio qui che inizia il viaggio che ci condurrà alla scoperta delle vie romane nell’EUR. Qui iniziava il percorso di una via che avrebbe fatto la storia del quartiere: la Laurentina.
Prima, però, occorre fare una piccola precisazione: in effetti, tanto si è scritto sull’identificazione della suddetta via, oggi perpetuata dalla strada provinciale SP95/b che delimita il quartiere dell’EUR. Questo perché le fonti antiche non hanno mai del tutto aiutato a chiarire il mistero della sua identificazione; Plinio il Giovane scriveva che per giungere alla sua villa di Laurentum si potevano percorrere sia l’Ostiense che la Laurentina, Valerio Massimo racconta di una disputa in una strettoia della via, mentre Aulo Gellio menziona la presenza di un sepolcro fatto erigere da Augusto per una sua ancella. Fine. Sebbene scarne, però, queste fonti ci aiutano a capire che nell’area del Municipio IX dovevano trovarsi ville e possedimenti sia imperiali che consolari (del resto le fonti antiche ci dicono lo stesso della Via Ostiense). Studi moderni hanno poi contribuito a identificare il tracciato suburbano della Laurentina rifacendosi ai ritrovamenti archeologici di sepolcri ed iscrizioni e si sono mostrati concordi nell’affermare che la via L. si distaccasse dalla sua “sorella maggiore” all’altezza del Ponte Fratta. Questo, però, significa che la Via Laurentina attuale non ricalca il percorso della Laurentina antica, ma di un’altra strada romana, su cui poi torneremo più avanti.
Oltrepassato il Fosso delle Tre Fontane all’altezza dell’odierna Via delle Tre Fontane/Stazione EUR Magliana, la Via Laurentina si inoltrava nel territorio del Pentagono: il suo percorso è oggi continuato da Via Tupini, che rettilinea lambisce Viale Europa ed il Laghetto, la cui valle in epoca romana era solcata dal Fosso della Cecchignola. In quest’area, i resti dell’antica via furono riportati alla luce durante i lavori per la realizzazione dell’E42.
Un primo bivio ci permette di addentrarci ancora di più all’interno del quartiere; dobbiamo, però, tenere presente che molte delle scoperte archeologiche andarono perdute durante i lavori per l’Expo che non venne mai celebrata. Di questi, però, abbiamo memoria. Sappiamo, ad esempio, che dallo stesso bivio da cui la Laurentina si separava dall’Ostiense, nasceva anche un’altra strada, riportata alla luce in diversi punti: tra Piazza Adenauer e Via Ciro il Grande e tra il Museo Pigorini e il Ministero della Marina Mercantile. Tra i due tratti emerse anche un piccolissimo tratto da cui si dipartiva un’ulteriore diramazione, all’incirca dove oggi si trova Piazzale dell’Agricoltura e presso la quale fu ritrovata una tomba.
Il tratto principale, invece, si raccordava ad una via che incrociava la moderna Via Laurentina per proseguire probabilmente sotto quella che oggi chiamiamo Via di Vigna Murata. Allora come oggi, questa strada era necessaria per raggiungere la Via Ardeatina, i cui resti sono affiorati nei pressi della Cecchignola. Ma su questa e sul resto della Laurentina torneremo in seguito; molta strada, infatti c’è ancora da percorrere.
Foto in evidenza: Luigi Plos.it