Riparte lo sport, ma resta il timore per il Coronavirus
I campionati sportivi sono ormai in fase di riapertura dopo la chiusura generale imposta dal Covid-19: il calcio italiano, infatti, ha già visto delle partite giocate, mentre al livello mondiale il campionato di Formula 1 dovrebbe iniziare sul circuito del Red Bull Ring in Austria con un doppio appuntamento il 5 e il 12 luglio, mentre quello di MotoGP comincerà, salvo imprevisti, il 19 luglio in Spagna a Jerez de la Frontera, assieme alla Moto2 e alla Moto3, le quali avevano già disputato il Gran Premio del Qatar l’8 marzo, in quanto piloti e team erano già presenti sul circuito di Losail dalla settimana prima per dei test (solo il Gran Premio della classe regina è stato quindi cancellato). Un primo segno, dunque, che si sta tornando alla vita di tutti i giorni, con le classiche abitudini delle persone. Tuttavia, la paura per un contagio di ritorno del Coronavirus resta molto alta, soprattutto dai dati che giungono dalla Cina, che ha fatto registrare 40 nuovi casi nelle ultime ore, di cui 27 nella sola Pechino.
Il Comitato tecnico scientifico ha rimandato al Governo la decisione di permettere o meno alle squadre della Serie A di poter giocare anche se un solo membro del club (giocatore o addetto ai lavori che sia) risultasse positivo al test del Covid-19, guardando con favore alla proposta della Federcalcio, ovvero isolare il contagiato per consentire ai calciatori di continuare ad allenarsi e sottoporsi a tampone rapido il giorno della partita, affermando tuttavia di non poter andare contro il decreto legge del 16 maggio.
Allo stesso modo, la Formula 1 è pronta a delle misure drastiche per evitare il propagarsi del virus, tra le quali l’abolizione della drivers’ parade prima della gara e della premiazione sul podio con il caratteristico bagno di champagne dei piloti, una tradizione iconica, certo, ma troppo rischiosa da mantenere in una situazione simile.
Di Simone Pacifici