Per una Terrafutura di dialogo e a misura d’uomo: Carlo Petrini presenta i Dialoghi con Papa Francesco al San Gallicano
Dallo scambio di idee tra Carlo Petrini, fondatore del Movimento Slow Food, e Papa Francesco, nasce “Terrafutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale”. La presentazione si é tenuta il 10 settembre presso la Sala Benedetto XIII, a Trastevere.
Povertà, Ecologia, Nonne. Ha un approccio veramente universale l’incontro di presentazione del libro “Terrafutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale”, frutto (mai parola fu più azzeccata) degli incontri di Carlo Petrini con Papa Francesco. Nella sala del San Gallicano l’attenzione rimane sempre alta, non fosse altro perché i due autori sono stati, in realtà, descritti come diametralmente opposti fra loro. Eppure, non si direbbe, guardando la copertina: due uomini di esperienze diverse uniti da un abbraccio fraterno e accomunati dalla stessa voglia di consegnare una terra sana alle nuove generazioni.
Da dove nasca quell’abbraccio, Petrini lo rivela subito, insieme alla storia dei Dialoghi: è un sabato quando l’autore, a Parigi, riceve una telefonata anonima. Non era Repubblica, come pensava il fondatore di Slow Food, ma Papa Francesco. Quaranta minuti dopo, insieme alla promessa di un abbraccio, è stato già piantato il seme del libro, anche se i due ancora non lo sanno. L’intesa fra loro spazia, infatti, dall’economia al deserto, ma è una la cosa che li unisce veramente e Carlo Petrini la rivelerà solo dopo. Del resto, l’incontro tra due mondi è forse il tema principale del libro e della conferenza: di mondo, in realtà, ce n’è uno solo e, l’umanità intera deve lasciar perdere le differenze e prendersene cura. È quello che vuole dire anche Suor Alessandra Smerilli, citando Sancho Panza, lo scudiero di Don Chisciotte che, da un pasto, riconosce un morisco ma non lo denuncia perché forse, nella semplicità di quella cena, rivede anche sé stesso. I frutti di questo mondo, la cura che gli dobbiamo, è questo ciò che ci deve avvicinare. Ed è sulla base di questi propositi che la suora, economista e docente universitaria, è stata scelta come membro della “Commissione Covid”, creata da Papa Francesco. Il compito: “preparare il futuro con concretezza e progetti per non rimanere solo ad aspettarlo”. Del resto, la desertificazione sta colpendo tutti e non solo lontano ma anche al cuore della Civiltà globale costruita dall’uomo. Una civiltà che, fa notare lo storico Andrea Riccardi, fondatore dell’ospitante Comunità di Sant’Egidio, non ha saputo farsi ecumenica, aperta al dialogo, ma ha fatto sì che il 70% della biodiversità andasse perduta nel corso del Novecento e che a morire in solitudine non fossero solo centinaia di migliaia di specie, ma anche gli anziani e le persone abbandonate a loro stesse, molto spesso proprio nei grandi centri abitati. È la desertificazione delle città, che la Comunità di Sant’Egidio conosce molto bene e che colpisce la “biodiversità del nostro vivere”: nel 2007 le città hanno superato le campagne per numero di abitanti, ma è stato vero progresso? Le periferie stanno infatti mangiando “in modo rapace” i campi che le circondano, lasciando che la plastica finisca in mare, a San Benedetto del Tronto come in Somalia. E lì, dove l’oceano viene predato di pesce e riempito di sporcizia, la scelta dei pescatori si fa tragica: la volontà di difendere il mare sfocia infatti nella pirateria, per lo più portata avanti da persone senza più possibilità. Lo ricorda Igiaba Scego, scrittrice nata in Italia da genitori che volevano, invece, dare alla figlia una vera scelta, lontano dal natìo Corno d’Africa. Lei, che si professa musulmana ma è una fiera sostenitrice di Papa Francesco e della sua visione ecologica è, infatti, la sintesi perfetta della necessità di “costruire su piani convergenti” come dice Petrini. Un invito fatto proprio anche dalle “Comunità Laudato si”, basate sulla visione “integrale” per cui l’ecologia va affrontata a tutto tondo e va legata alla questione sociale. È poi anche lo spirito della collaborazione tra Slow Food e Comunità di Sant’Egidio in Africa: esperienze diverse pronte a dialogare per la Casa comune. Ed è proprio parlando di casa che Petrini conclude, ricordando quale sia, in effetti, il trait d’union tra lui e il Papa: le nonne, piemontesi, contadine e portatrici di quella saggezza che è educazione e amore insieme. Ecco, quindi, i mattoni da utilizzare per costruire la Casa comune: i valori universali delle nonne che, “girando e girando ti fanno piacere tutto. Pure le pellicine dei pomodori”.
Foto: santegidio.org