La Via Campana riemerge a Via di Villa Bonelli?
Tra lo scavare per costruire un nuovo palazzo e lo scavare per portare alla luce un ritrovamento archeologico, a Roma si sa, il passo è corto e la strada breve. E forse, proprio di una strada, infatti, si tratta anche questa volta.
Il piccolo giallo archeologico si svolge a Magliana, all’interno del terreno dell’Ex Fabbrica Buffetti, dove sono in corso i lavori per la costruzione di nuove abitazioni. Abbattuti gli edifici, dopo aver scavato quattro metri di terra, le ruspe si sono dovute, infatti, fermare di fronte a quello che si è subito rivelato un muro di materiale tufaceo. La Soprintendenza romana, contattata dal Laboratorio dei cento, ha precisato che si tratta di un tratto di muro connesso all’antica via Campana, e che al momento sono in corso ulteriori indagini.
Il ritrovamento sembra essere particolarmente interessante, in quanto gli studi sul percorso originario della suddetta via sono ancora in corso. Di certo, è che questa antica strada doveva avere il suo punto di partenza nel Campus Salinarum (da cui prende il nome), la zona delle saline oggi conosciuta come Stagno di Ponente. Vero e proprio oro dell’antichità, il sale era al centro di un commercio fiorente, e prima dei Romani, già gli Etruschi avevano sfruttato le saline di Ostia. Con l’avvento di Roma, la zona passò sotto il controllo dell’Urbe, che aveva quindi tutto l’interesse a collegare la città al litorale. Qui abbiamo, però, il primo dubbio: probabilmente, la via doveva terminare nei pressi del Foro Boario, ma non abbiamo certezze. Ancora meno certezze abbiamo sul percorso extraurbano della Via Campana. Sappiamo che probabilmente si doveva biforcare dalla sua “sorella maggiore”, la Via Portuense all’altezza del cosiddetto Pozzo Pantaleo, ovvero dove oggi Via Quirino Majorana diventa un ponte.
A dire il vero, però, la Via Portuense – il cui percorso è oggi ricalcato dalla sua omonima moderna – fu costruita solo successivamente, nel I secolo a.C. per collegare Roma al suo nuovo Porto. Si trattava infatti, di una sorta di “raddoppio” della Via Campana, con la quale si ricongiungeva nei pressi dell’odierno Ponte Galeria. La Campana, infatti, doveva seguire un tracciato più antico, percorso dai primi mercanti greci e fenici che giungevano presso i sette colli. Probabilmente, esso coincideva con la via d’alaggio che costeggiava il Tevere, usata per trainare le barche controcorrente. Con il passare del tempo, la via si sarebbe avvicinata alla sua “gemella”, che correva nelle alture circostanti, i Colli portuensi. La Mappa cinquecentesca di Eufrosino della Volpaia, la fa, infatti, tagliare quel “corno” che è Pian Due Torri, chiamandola, però, Via Portuense. Il percorso sarebbe stato poi ricalcato dall’odierna Via della Magliana. Negli anni a seguire – ma probabilmente anche già in epoca romana – lungo la Via Campana sarebbero state aperte delle cave, poi diventate anche luogo di rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. In località Pian Due Torri, gallerie sono state, infatti, riportate alla luce nei pressi di Via dei Grottoni e di Via Giannetto Valli.
Con la bonifica di questa piana alluvionale, ad opera del Conte Bonelli, la zona sarebbe stata trasformata in un frutteto, e proprio lungo Via di Villa Bonelli, sarebbero cresciute le pesche. Anche questi alberi avrebbero, però, fatto posto alle case e della Via Campana ci si sarebbe continuati ad interrogare senza contare su delle prove. Fino al ritrovamento dei giorni scorsi, che può darci, forse, ulteriori indizi su questa via tanto sfuggente.